«No ai sorrisi provocatori o alle mini inguinali». Protesta degli studenti contro i consigli antistupro diffusi dal Comune

Venerdì 13 Gennaio 2023 di Camilla De Mori
«No ai sorrisi provocatori o alle mini inguinali», gli studenti contro i consigli antistupro diffusi dal Comune

CIVIDALE - I consigli antistupro a studentesse e studenti? Non lanciare «sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti» in discoteca e (probabilmente) non varcare l'ingresso del locale indossando mini inguinali e calze a rete, visto che «alcuni studi hanno messo in evidenza che talvolta l'abbigliamento eccessivamente stravagante o succinto ha richiamato l'attenzione di persone particolarmente violente che avevano travisato le intenzioni della vittima». Frasi, quelle virgolettate, contenute in un opuscolo realizzato - come si legge sulla copertina - con il contributo della Regione Fvg (ai sensi della legge regionale 17 del 2000 sui progetti antiviolenza) e distribuito dal Comune della città ducale ai ragazzi e alle ragazze delle medie e superiori cividalesi (e non da oggi), che ieri hanno fatto sobbalzare dalla sedia Beatrice Bertossi e i suoi compagni dei licei classico e scientifico del convitto Paolo Diacono. «Ci dicono di non girare da sole la notte, di non sorridere a sconosciuti e di non usare vestiti appariscenti in discoteca. Stavo per mettermi a piangere leggendo questi suggerimenti. È una cosa scandalosa e fuori dal tempo. Sicuramente domani (oggi ndr) faremo un'azione di protesta pubblica, appendendo dei cartelloni», sbotta Beatrice.


GLI STUDENTI
Contro il libretto Prevenire le aggressioni, combattere la violenza, curato dall'Irss, che riporta in copertina il logo del Comune e quello della Regione, scende in campo il Movimento studentesco per il futuro, secondo cui «questi testi sono intrisi di per sé di violenza di genere: riteniamo infatti inaccettabile la narrativa tossica con cui viene trasmessa la colpevolizzazione delle vittime.

La violenza è sempre responsabilità di chi la compie, mai di chi la subisce: parlare di prevenzione della violenza descrivendo il modo in cui la persona si veste significa giustificare l'aggressore. Frasi come non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all'altrui ragazza/o, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti non fanno altro che evidenziare l'idea che la violenza sia responsabilità di chi la subisce e dei suoi comportamenti sbagliati», sostiene il Movimento. Invece, dicono i ragazzi, le istituzioni dovrebbero assumersi «l'onere di insegnare il consenso e di creare un clima di sicurezza e non di paura». I gruppi di minoranza Prospettiva civica e CiviCi hanno colto la palla al balzo per infilzare l'amministrazione, accusata di aver favorito, a loro dire, «una comunicazione distorta», per usare le parole di Emanuela Gorgone.


L'ASSESSORE
«L'opuscolo non è stato curato dal Comune. Abbiamo solo dato il patrocinio. È un progetto delle politiche sociali per prevenire le aggressioni e combattere la violenza, che viene fatto all'interno delle scuole. Mi sembrava importante tutelare i ragazzi, visto che anch'io sono mamma e come tale mi preoccupo del futuro dei nostri giovani», dice Catia Brinis, assessore di Cividale, la cui foto campeggia nelle prime pagine del libretto sopra un suo breve intervento introduttivo. Ma il testo lo ha letto? «Sì, lo ho letto. I vestiti succinti? C'è scritto che è tratto da una statistica delle forze dell'ordine. Il testo non è stato materialmente scritto dal Comune. Sono spezzoni di indicazioni delle forze dell'ordine rivisitate dall'Irss e poi verificate da professionisti. È un testo che esce da anni, divulgato anche in altri Comuni. Noi lo abbiamo distribuito in medie e superiori. Lo abbiamo dato ai ragazzi anche l'anno scorso. Quest'anno è stato aggiornato», ma, assicura, «la frase sull'abbigliamento c'era anche nelle versioni precedenti».
 

Ultimo aggiornamento: 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci