Quarant'anni fa tornavano gli stranieri nel calcio italiano, dai campioni Falcao e Krol alle meteore Neumann, Eneas e Luís Sílvio

Martedì 8 Settembre 2020 di Guido Gomirato
Ruud Krol, al Napoli nella stagione 1980/81
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Nell’estate del 1980, quarant'anni fa, arrivò in Italia la prima ondata di calciatori stranieri dato che la Federcalcio riapri le frontiere sportive chiuse nel luglio 1966, dopo il disastro dell’Italia ai mondiali in Inghilterra.

I primi a sbarcare in serie A furono Paulo Roberto Falcao che prese la strada per Roma dopo che Giulio Andreotti convinse Ivanoe Fraizzoli, presidente dell’Inter, a rinunciare al brasiliano (dirottandolo sull'austriaco Herbert Prohaska) con cui aveva già raggiunto l’accordo, e Luis Silvio Danuello, finito alla Pistoiese. Il primo viene ricordato come uno dei più grandi stranieri mai calati in Italia, l’altro fu definito il Re dei bidoni. Ma allora andava bene tutto, il fuoriclasse e il modesto straniero, l’esterofilia era di moda, faceva business per vendere abbonamenti e di biglietti.


Anche l’Udinese di Teo Sanson e Franco Dal Cinb allenata da Marino Perani detto “prezzemolo”, ingaggiò il suo straniero, Herbert Neumann. Dal Cin lo scovò nel Colonia, di cui il giocatore era stato una stella di primo firmamento. Giunse in Friuli a 27 anni, accompagnato dalla splendida moglie Anita (di origini portoghese) e i suoi eleganti movimenti, la folta chioma bionda, trassero un po’ tutti in inganno: Neumann, mezzala, fu dipinto alla stregua di un grande calciatore tanto che poi lo volle il Bologna, deluso dal brasiliano Eneas, che dal Brasile all'Italia soffrì in maniera eccessiva i freddi invernali. Il tedesco un anno dopo passò al club petroniano, ma in rossoblu combinò poco o nulla, condizionato da un serio infortunio subìto in estate ed entrò ben presto in collisione con l’allenatore Tarcisio Burgnich. Il Bologna pagò a caro prezzo l’acquisto sbagliato e al termine del campionato fu retrocesso in serie B per la prima volta nella sua storia.
La Juventus si affidò all'irlandese Liam Brady, mentre il Napoli fece sognare i tifosi con l’olandese Ruud Krol, la Fiorentina ingaggiò l'argentino Daniel Ricardo Bertoni, mentre fecero parlare anche per le stravaganze Juary all’Avellino, noto per le sue danze del gol attorno alla bandierina, il flop di Sergio Fortunato al Perugia, retrocesso con il giocatore che giocò solo 12 gare con 2 gol all’attivo, fino al nazionale olandese Van de Korput al Torino.

In seguito vennero a Udine stranieri che diedero ben altro contributo: Orlando Pereijra, Edinho, Surjak, fino all'indimenticabile Zico... Grandi campioni, poi fu la volta di modesti elementi o in fase calante: Bertoni, Gallego. Più azzeccati gli acquisti di Sensini e Balbo, Bierhoff, Amoroso, Helveg, Jorgensen fino ai più recenti Zielinski, Muriel, Duvan Zapata, Musso, Fofana, De Paul. Il primo straniero in assoluto della storia ultracentenaria dell’Udinese è stato l’attaccante ungherese Istvan Pollack che giunse a Udine nel settembre del 1925, vi rimase sette mesi, segnò 6 reti in 14 incontri. Viene ricordato anche per essere stato il primo calciatore professionista dei friulani. Nel dopo guerra fu la volta di Roman Scharmseis, attaccante austriaco, figlio di Hernann Schramseis che era l’ allenatore, sempre per poco tempo, dell’Udinese allora in B, dell’irlandese Pddy Sloan mezzala irlandese ex Milan e Torino. I primi stranieri dell’Udinese in A, 1950-51, sono stati gli attaccanti danesi Erling Soerensen e Johannes Ploger.
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