Udine, buoni pasto ai dipendenti comunali: scoppia la guerra

Martedì 6 Settembre 2022 di Camilla De Mori
Udine, buoni pasto ai dipendenti comunali: scoppia la guerra

UDINE - È guerra dei buoni pasto in Comune di Udine. A pochi giorni dall'introduzione del nuovo sistema, scattato dal 1. settembre, con il passaggio dalla mensa diffusa al ticket elettronico, è esplosa la rivolta fra i dipendenti. Un problema sentito da tutti i sindacati e dalle Rsu, tanto che era nell'aria, come fa sapere Andrea Traunero (Fp Cgil), l'idea di «fare una richiesta di incontro unitaria».

Ma ad andare all'attacco per prima è la Uil Fpl, che, come accaduto in altri contesti (vedi l'ospedale), ha scelto di ballare da sola e ha scritto, fra gli altri, al sindaco Pietro Fontanini e all'assessore al Personale Fabrizio Cigolot, chiedendo un incontro urgente, riservandosi, «in caso di mancato riscontro entro 5 giorni» di intraprendere «le azioni più opportune nei confronti dell'amministrazione» per tutelare i lavoratori. Ma non ce ne sarà bisogno, visto che Cigolot ha già risposto manifestando la propria disponibilità «a incontrarli quando vogliono».


I NODI
Fra le criticità evidenziate nella lettera del segretario generale Uil Fpl Stefano Bressan e del regionale Michele Lampe, il fatto che alcuni esercizi convenzionati «il 1. settembre hanno dichiarato di non essere stati informati del cambio del sistema» e non hanno potuto offrire il servizio, ma anche «le difficoltà nel ricevere un pasto completo al medesimo importo richiesto dal precedente fornitore». Come esemplifica Bressan, «fino a fine agosto, c'erano 2-3 ristoranti convenzionati dove con 7 euro si riusciva a fare un pasto completo con un piatto caldo e una bevanda. Con la nuova convenzione, hanno allargato il novero dei locali e con 7 euro non riesci a mangiare più quasi niente. Inoltre - sostiene -, i ticket si potrebbero cumulare e usare per fare la spesa, ma da regolamento del Comune, i buoni pasto si possono usare solo durante la pausa e quindi non è così agevole». Con il ticket da 7 euro, sostiene la Uil, «non è possibile mangiare neanche un panino e per poter avere un primo e una bottiglietta d'acqua è necessario aggiungere almeno 5 euro. Questo comporterà un disagio economico ai dipendenti». Contestati anche il tipo e la localizzazione dei locali convenzionati che «alla data odierna accettano l'utilizzo dei buoni pasto elettronici: i lavoratori delle sedi centrali dovrebbero prendere l'auto e utilizzare la mezz'ora di pausa pranzo solo per rifornirsi di cibo». Da qui la richiesta di incontro, con l'apertura di un tavolo per modificare il regolamento e per contrattare le modalità per attribuire il ticket anche ai turnisti, «possibilità inspiegabilmente preclusa».


IL COMUNE
Traunero (Fp Cgil) si limita a commentare che «era stato deciso dalle segreterie territorialii e dalle Rsu, in data precedente alla comunicazione della Uil, di fare una richiesta unitaria di incontro» per sottoporre all'amministrazione i nodi riscontrati. Bressan replica che «ci hanno fatto questa segnalazione e la abbiamo recepita. Come Uil ci eravamo mossi anzitempo. Non c'era nessun accordo con il sottoscritto». Cigolot fa sapere di aver ricevuto la lettera della Uil e di essere «pronto a incontrarli». Nel merito, risponde punto su punto. «Siamo ricorsi all'affidamento del servizio attraverso gara Consip alla ditta Yes Ticket, la stessa che fornisce la Regione, l'Inps, l'Inail e la Prefettura. L'importo massimo concedibile per legge è di 7 euro. Prima c'era un altro sistema, per cui c'erano circa 10 euro di buoni pasto: 7 venivano a carico dell'amministrazione e 3 venivano trattenuti ai dipendenti in busta il mese successivo. Non cambia niente. La cifra resta sempre quella. In tutti gli incontri avuti in questi anni i sindacati mi hanno sempre richiesto l'applicazione del buono pasto elettronico». La Uil dice che il regolamento va cambiato, nel punto in cui vincolerebbe l'uso dei buoni all'orario di pausa pranzo. Per Cigolot il problema non si pone. «Non esiste questa interpretazione. Nell'elenco delle attività convenzionate sono indicati anche i supermercati». Alcune attività non sarebbero state informate del cambio di sistema? «Farò verificare con i locali, per richiedere al fornitore, eventualmente, il rispetto degli adempimenti contrattuali».
Nei giorni scorsi la Fp Cgil con Traunero e Vanessa Spanò, ha incontrato Cigolot per fare il punto sullo smart working e chiedere, per i comunali, «8 giorni per i dipendenti con figli under 14, 5 su 5 alla settimana per i soggetti fragili» (che sono fra i 10 e i 15) previa sottoscrizione di accordi individuali.

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