UDINE - Timidi segnali positivi dal mondo degli artigiani della provincia di Udine con la subfornitura e l'export che riprendono quota e le imprese che tornano a investire; i pagamenti, però, arrivano sempre troppo tardi e permangono le criticità dell'abusivismo e del sommerso, del costo dell'energia e della concorrenza sleale. È quanto emerge dall'indagine congiunturale di Confartigianato Imprese Udine che ha coinvolto 601 realtà artigiane.
Bene la subfornitura di beni e servizi
L'export si risveglia ed emerge anche che le imprese, anziché guardare all’estero, in cerca di prezzi più competitivi a discapito però della qualità, guardino nuovamente in casa, alla ricerca di rapporti B2B che rilanciano la subfornitura quale mercato di sbocco. Se la domanda dei privati da un lato e della pubblica amministrazione dall’altro determinano saldi d'opinione negativi sul fatturato (-19,3% la prima, -20,0% la seconda) torna invece in area positiva il giro d’affari delle imprese che si occupano di subfornitura di beni e servizi.
Le paure che frenano gli artigiani
«Il privato è ancora frenato dalla preoccupazione legata in modo particolare alla tenuta del reddito, le commesse della Pa sono ridotte all’osso, vittima com’è il settore pubblico di un complesso quadro normativo e regolamentare - dice il presidente di Confartigianato Imprese Udine, Graziano Tilatti -. In questa situazione l’unico timido segnale di miglioramento arriva dall’area della subfornitura, peccato che a fronte dell’elevata qualità i pagamenti siano ancora tendenti al ribasso e tardivi».
Di riprendono sedia e arredo
A indicare che dopo il lungo periodo di crisi qualcosa sta tornando a muoversi è pure la percentuale di imprenditori che dice di aver fatto investimenti nella seconda metà del 2016: hanno investito il 27% degli intervistati, l’8,8% in più rispetto al 2015. Ottima la performance degli artigiani orientati all'export (+31,7%) tra cui finalmente sta dando segnali di ripresa anche il legno-arredo (+6,4%) e il Distretto della sedia. Molto bene la metalmeccanica (+12,5%) e il terziario avanzato (+26,7%).
Le criticità
Non mancano le criticità che legate ancora una volta all’allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti, segnalato dal 58,7% delle imprese, all’incremento della concorrenza sleale, indicata quale fattore problematico dal 53,4% degli intervistati (+3,4%), alla stagnazione della domanda interna, evidenziata dal 53,4% dei rispondenti e alla crescita dei costi energetici che evidenziano il 47,9% delle aziende (+9,1%).
Abusivismo e sommerso
«Le imprese artigiane devono purtroppo fare i conti con una fetta di sommerso importante, che sfocia in molti casi nell’abusivismo totale, e con la concorrenza estera di imprese che lavorando in qualche caso a meno di 100 chilometri da Udine beneficiando di un regime fiscale, di un costo del lavoro e dell’energia nettamente inferiore, che le rende più competitive a danno delle nostre».
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