Traffico internazionale di droga da 2 milioni di euro: ovulatori "carichi" verso il Nordest. Arrestate 18 persone

Giovedì 16 Febbraio 2023
Traffico internazionale di droga

Oggi, 16 febbraio, oltre 100 militari del GICO - Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste, del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e dei Reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trieste nei confronti di 18 persone di etnia nigeriana, nelle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. Tra questi anche una coppia di nigeriani che risiede a Udine. Per la moglie, essendo incinta di 6 mesi e già madre di due bimbi, la misura in carcere è stata subito modificata dal gip, che ha disposto gli arresti domiciliari. Il marito invece è stato portato in carcere. Al momento sono 13 le ordinanze di misura cautelare eseguite.

Dei cinque ancora ricercati, due sarebbero in Italia e tre all'estero. Tra questi, una persona allontanata dall'ambiente familiare in quanto autore di maltrattamenti. I 18 arresti disposti oggi riguardano i livelli apicali dell'organizzazione. Di questi, in particolare, tre sono avvenuti in Friuli Venezia Giulia e tre in Veneto. Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati finora 93 kg di marijuana, 7 kg di cocaina e 6 kg di eroina.

I diciotto sono tutti indagati nell’ambito di un’operazione di polizia giudiziaria finalizzata al contrasto del traffico internazionale e dello spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini, iniziate a marzo 2019, sono ancora in corso. Il traffico di droga è stato scoperto tramite intercettazioni telefoniche e il lavoro degli investigatori è stato coadiuvato da interpreti. Tra gli indagati ci sono anche due percettori del reddito di cittadinanza e saranno segnalati all'Inps.

Nel complesso, i tentativi di immissione della droga proveniente dall’estero nel territorio nazionale bloccati dai finanzieri triestini hanno consentito l’arresto in flagranza di reato di 30 soggetti nigeriani ritenuti responsabili dell’illecito traffico, cui si aggiungono i 18 destinatari dell’odierna operazione, per un totale di 48 soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi della libertà personale, i quali si sarebbero resi responsabili del traffico e dello spaccio di oltre 100 kg di sostanza stupefacente tra eroina, cocaina e marjuana; quantitativo che immesso sul mercato avrebbe complessivamente fruttato circa 2 milioni di euro

Sequestro a Muggia

Le specifiche attività investigative hanno tratto origine da un iniziale sequestro a carico di ignoti operato dal Comando della Guardia di Finanza di Muggia, il quale, a seguito di un’attivazione avvenuta al numero di pubblica utilità 117, aveva rinvenuto oltre 10 chilogrammi di marijuana contenuti all’interno di un borsone, abbandonato su un autobus proveniente da Roma. La successiva meticolosa ricostruzione dei movimenti effettuati da alcuni dei passeggeri presenti sull’autobus ha consentito di identificare alcuni soggetti scesi precipitosamente dal mezzo ad una delle fermate precedenti e di iniziare, così, la ricostruzione della presunta rete di illecito traffico della sostanza stupefacente rinvenuta.

La Green Road della droga e il mercato a Nordest

Gli accertamenti eseguiti si sono sostanziati nell’incrocio dei dati delle celle e dei tabulati telefonici dei soggetti sospettati, consentendo in tal modo di ricostruire la prima direttrice geografica utilizzata per porre in essere l’illecito traffico (Bologna ovvero Milano – Olanda – Ferrara – Regioni dell’Italia Nord Orientale), la cosiddetta “Green Road” (da qui il nome convenzionale dell’operazione), corroborando le ipotesi investigative originariamente formulate, determinando l’individuazione di ulteriori trasporti che hanno portato all’arresto, in flagranza di reato, dei corrieri. 

Oltre alla rotta Roma-Trieste, disvelata alla luce del primo sequestro di marijuana effettuato, le successive attività investigative hanno consentito inoltre di ricostruire ulteriori direttrici di traffico, come ad esempio quella Lagos – Addis Abeba – Milano/Roma, anch’esse finalizzate a soddisfare a rifornire il mercato di spaccio delle Regioni del Nordest, tra i quali quello che interessa l’area di Udine.

I corrieri ingerivano gli ovuli di droga

I corrieri erano tutti nigeriani, incaricati di “ingerire” all’interno del loro corpo diverse tipologie di sostanza stupefacente, dalla marijuana, all’eroina e alla cocaina. Lo stupefacente trasportato in Italia tramite gli “ovulatori” veniva inizialmente stoccato presso un’abitazione in una zona periferica di Ferrara, frequentata attivamente da una serie di soggetti appartenenti ad una specifica area geografica della Nigeria, tutti legati da vincoli familiari ed etnici. Talvolta, i corrieri della droga occultavano ovuli di stupefacente nel proprio corpo. In un caso ne sono stati ingeriti fino a 1,6 kg. Uno dei corrieri è morto a causa di questa pratica e il suo cadavere, è stato spiegato, è stato trovato abbandonato dai colleghi del crimine lungo il tratto autostradale tra Bologna e Ferrara.

Il Procuratore De Nicolo: «Intercettazioni, decisive per contrasto droga»

«Lo strumento intercettativo si è rivelato decisivo» nell'operazione Green road che ha smantellato un'organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti: «è chiaro che qui parliamo di un reato che non ha a che vedere con il terrorismo e la mafia. Mi chiedo se possiamo ritenere per il futuro che sia ancora priorità poter fare indagini di questo tipo, noi possiamo farle solo cosi». Lo ha affermato il Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, presentando i dettagli dell'operazione condotta dalla Gdf e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Trieste. L'operazione, ha osservato, «è stata realizzata grazie alle intercettazioni. È giusto che le intercettazioni rimangano? Dovremmo cancellare questo tipo di attività che invece è necessaria? Se vogliamo discutere del fatto che serve il doveroso riserbo su circostanze non rilevanti, è bene sapere che già da settembre 2020 è in vigore una normativa che noi applichiamo per cui i fatti privati di questi soggetti non saranno resi noti. Oggi sentiamo che la politica si interroga su questi argomenti e volevo portare il mio contributo su importante procedimento adottato dal mio ufficio e gestito con intercettazioni telefoniche». Gli indagati, ha spiegato a margine, entrando nel dettaglio del lavoro degli investigatori, «sapendo di appartenere a un'etnia che ha una particolarità di collocazione geografica molto ristretta, confidavano che parlando con semplici messaggi Whatsapp nessuno avrebbe potuto capire dov'erano e intercettarli».

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Ultimo aggiornamento: 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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