Appello per salvare dal degrado
l'ottocentesca Amideria Chiozza

Domenica 17 Luglio 2016 di Paola Treppo
L'Amideria Chiozza a Ruda

RUDA (Udine) - Luigi Chiozza, chimico e scienziato di origine triestina, amico di Pasteur, aveva trasformato il suo sogno in una meravigliosa realtà, regalando una delle più produttive attività industriali in Friuli dalla fine dell’Ottocento, innovativa per scelta dei materiali ma anche per lo sviluppo dei macchinari appositamente costruiti: l'Amideria Chiozza, un edificio-macchina creato con criteri di autosufficienza, al quale tutto il mondo ha guardato come ad un esempio produttivo moderno e come a una scoperta innovativa eccezionale per l’estrazione e la lavorazione dell’amido. Operativa fino al 1986, ora questo splendido opificio versa in condizione di gravissimo degrado. È stato realizzato un libro di immagini e parole, “I colori del bianco” in accordo col Comune di Ruda, proprietaria dello stabilimento, con il patrocinio di Fai, Unesco e Italia Nostra. È nata poi l’Associazione “Amideria Chiozza”, www.amideriachiozza.it. E adesso l’appello è per il voto nel sito del Fai “I Luoghi del cuore” per il Friuli Venezia Giulia. Per votare on line è necessario registrarsi o accedere a facebook nella pagina: http://iluoghidelcuore.it/luoghi/udine/ruda/amideria-chiozza/15108 oppure nella pagina del Comitato per la salvaguardia dell’amideria: http://iluoghidelcuore.it/comitato/associazione-amideria-chiozza/108.
 
Un pezzo di storia 
L'Amideria sorse nel 1865 lungo la roggia denominata "La Fredda" sui resti di un vecchio mulino, nell’località omonima, a Perteole, inaugurando in loco il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e definitivamente dal 1872 dal riso. Avvalendosi delle sue profonde conoscenze scientifiche, Chiozza rivoluzionò le tecniche agricole per poi coniugare l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale. All’epoca era una fabbrica di una modernità fuori dal tempo non solo nell’organizzazione di tutto il processo produttivo, a partire dalla materia prima cioè il riso, per arrivare al prodotto finito l’amido, curando anche lo sviluppo dei mezzi di trasporto necessari alle spedizioni in tutta Europa e fino in America, ma anche un progetto futuristico per distribuzione degli spazi e dei locali destinati alle lavorazioni, rispettoso delle norme di sicurezza, in modo quasi impensabile per quel periodo storico.
L’Amideria di Perteole ha prodotto per più di 100 anni amido di ottima qualità, richiesto soprattutto dal mercato americano, restando operativa fino al 1986. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società "La nuova Pilatura Triestina". 
 

 

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