In due settimane otto tir di aiuti per l'Ucraina. E i pullman dei profughi ripartono dal Friuli carichi di merce

Lunedì 21 Marzo 2022 di D.L.
Tir in partenza per l'Ucraina

UDINE Otto Tir e dieci furgoni carichi di ogni merce di prima necessità. Oltre a cinque pullman di linea ucraini (tra la regione e il Paese martoriato dalla bombe continua a esserci un collegamento di bus settimanale) che una volta arrivati con gli sfollati anziché tornare indietro vuoti si trasformano in mezzi carichi di scatoloni di aiuti da portare nei centri di smistamento delle città ucraine. È questo quello che sono riusciti a fare i volontari che operano al centro di raccolta di Martignacco (Udine) in poco più di due settimane. I grandi camion che partono dai magazzini allestiti in un’area del “Città Fiera” fanno rotta sia su Leopoli che su Ivano-Frankivsk, due città che si raggiungono entrando dal confine con la Polonia.

Ma i mezzi che continuano a partire dal Friuli Venezia Giulia sono diretti anche nella città di Uzhgorod, non lontano dal confine con l’Ungheria. Proprio in quella città c’è un distretto militare che organizza anche i flussi di raccolta degli aiuti umanitari che giungono da diverse parti dell’Europa. A coordinare la macchina della solidarietà che in regione sta girando a pieni giri è l’associazione Ucraina-Friuli, guidata dalla presidente Viktoria Skiba.

Sono quasi una quarantina i volontari che incessantemente si alternano nei turni per raccogliere la merce che arriva, smistarla, riempire gli scatoloni e caricare Tir e furgoni. E, almeno una volta alla settimana, anche i bus di linea ucraini che portano rifugiati in regione e tornano indietro con gli scatoloni di viveri e altri beni di prima necessità sistemati nella stiva e sui sedili in modo da guadagnare spazio. All’inizio, quando il centro di raccolta di materiali è partito nei primi giorni del mese di marzo, i primi volontari erano i soci e gli aderenti all’associazione nata già alcuni fa.

Poi, vi via che la merce che arrivava aumentava, le fila dei volontari si sono presto ingrossate. Ora a turnarsi sono una quarantina di persone. Sia ucraini che italiani. Molti sono i giovani - qualcuno anche poco più che adolescente - che nei pomeriggi dopo la scuola ha deciso di rendersi utile per qualche ora al centro di raccolta. E negli ultimi giorni ai volontari si sono aggiunti anche diversi profughi che, dopo aver trovato un alloggio e una sistemazione provvisoria sul territorio, hanno deciso di collaborare all’azione umanitaria per mandare gli aiuti nel Paese che sono stati costretti a lasciare perché infuocato e distrutto dalle bombe che continuano a cadere.
Nei magazzini del centro di raccolta di Martignacco arrivano merce e derrate alimentari un po’ da tutto il Friuli Venezia Giulia. Nel “polo di raccolta” udinese si cerca di concentrare la spedizione di quanto raccolto - dalle comunità ucraine e dalle diverse associazioni - anche negli altri territori provinciali della regione. I volontari che si alternano in questo prezioso lavoro di sostegno alla popolazione che rimane in Ucraina negli ultimi giorni si occupano anche di dare una mano a profughi che arrivano, magari la sera, e devono trovare una sistemazione provvisoria. Una rete che cerca di dare risposte in collaborazione con i Comuni e il sistema di accoglienza pubblica coordinato dalle prefetture. La “mission” numero uno resta quella di aiutare chi in questo momento sta soffrendo perché non ha più nulla. A Udine, con la Protezione civile, è stata allestito uno sportello di supporto ai profughi che sono appena arrivati e che hanno bisogno di tutto. È un centro - a operare sono quasi tutti profughi arrivati da un due o tre settimane - in cui si distribuiscono borse spesa e kit con generi di prima necessità (come vestiti e prodotti per l’igiene personale anche per bambini) a chi arriva spesso solo con pochissime cose in uno zainetto e tanta disperazione negli occhi.

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