Wärtsilä, nessun passo avanti. I sindacati rilanciano: «il licenziamento è una scelta politica della Corporation».

Mercoledì 26 Ottobre 2022
Lo stabilimento Wärtsilä a Trieste

TRIESTE - La Direzione aziendale ha confermato l'intenzione di dismettere la produzione dello stabilimento di Trieste, anticipando una disponibilità a pianificare transitoriamente nuove commesse di produzione (motori). Una scelta basata su «una insaturazione della capacità produttiva installata negli stabilimenti della corporate conseguente alla riduzione dei volumi nel mercato della motoristica per effetto della pandemia e della guerra» e sui «contenuti degli accordi intragruppo tra Wärtsilä Italia e Wärtsilä Finland».

Il Coordinamento dal canto suo, «nel respingere qualsiasi ipotesi di dismissione della produzione di motori, ha sfidato l'azienda rivendicando la continuità produttiva del sito triestino e l'immissione immediata in produzione di nuove commesse di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire il confronto sul futuro industriale, produttivo e occupazionale del gruppo anche per approfondire l'informativa prevista dal Ccnl e dall'integrativo».

I prossimi passi

L'incontro, che è durato 4 ore ed è stato rimandato a data da concordare, era stato convocato dall'azienda per ottemperare al pronunciamento del Giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste dello scorso 23 settembre. In quel dispositivo il giudice ha condannato l'azienda anche ad adempiere agli obblighi di informazione previsti dal Contratto di lavoro dell' industria metalmeccanica e dagli accordi integrativi aziendali del 2016 e del 2018. Il Coordinamento riporta in una lunga nota che, sulla base di quanto riferito dall'azienda, sostiene che «l'alta qualità produttiva e la possibilità nell'aumentare la produzione dei motori nel sito triestino permetterebbero a Wärtsilä di mantenere la redditività». La vertenza quindi «continua, per difendere la produzione, l'occupazione, il know how di operai, tecnici e impiegati nei siti di Trieste, Napoli e Genova». E, ugualmente, «il coinvolgimento delle Istituzioni permane», anzi, il Coordinamento ha annunciato che nei prossimi giorni solleciterà «l'incontro al Presidente della Regione Fvg e successivamente al Ministero dello Sviluppo Economico (Ministero delle Imprese e del Made in Italy)».

Il commento

«Riattivare con urgenza il tavolo ministeriale sulla situazione in cui versa lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra per avviare una discussione seria e rispettosa delle reciproche prerogative che abbia ad oggetto la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento giuliano». È la richiesta che il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, ha trasmesso al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando l'urgenza della convocazione. Una questione che per il governatore è prioritaria tanto che «con questo primo atto al ministro intendiamo con forza focalizzare l'attenzione su uno dei primi problemi da affrontare per il nostro territorio su cui è quanto mai necessario adottare una visione complessiva anche rispetto allo sviluppo economico che non può più trascendere anche dall'assunzione di scelte determinanti fra cui la rivisitazione della legislazione sul settore industriale. La battaglia per la difesa dello stabilimento della Wartsila rientra in una visione di filiera strategica che deve essere portata al di là dei confini del territorio di Trieste». L'obiettivo per Fedriga è «riattivare il tavolo ministeriale per avviare quel confronto responsabile che fino ad oggi non è avvenuto stante la convinzione dell'azienda di applicare correttamente la legge e che null'altro fosse dovuto in termini di confronto istituzionale e sociale nonostante il pronunciamento del giudice del Lavoro del tribunale di Trieste che ha invece accertato la condotta antisindacale dell'azienda». Il governatore ha ripercorso la decisione dell'azienda di cessare presso il sito giuliano l'attività di produzione di motori e l'attività di assemblaggio di propulsori e la conseguente eccedenza secondo la società di 451 unità oltre che le ripercussioni nell'indotto che occupa centinaia di persone.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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