Wartsila, accordo siglato nella notte. Non ci sta l'Unione Sindacale di Base: «Senza garanzie non firmiamo. Sciopero per il 2 dicembre»

Mercoledì 30 Novembre 2022
Wartsila, accordo siglato nella notte

TRIESTE - È arrivato alle 01.40 di questa mattina l'accordo tra Wartsila e sindacati che mette fine al blocco delle consegne dei motori realizzati dal sito di Bagnoli della Rosandra a Trieste. Già in queste ore i primi cargo (il primo è il «Deo Volente» partito nei giorni scorsi da Spalato) fanno capolino in rada presso il Porto di Trieste per la ripartenza delle attività di consegna. E se i sindacati hanno garantito di riportare il sito produttivo alla normalità, l'azienda, che nel suo report trimestrale di settembre aveva annunciato costi aggiuntivi per 75 milioni di euro nell'arco dei primi 9 mesi dell'anno per via della vertenza in corso, si è impegnata al mantenimento degli attuali livelli occupazionali del sito produttivo fino al 30 settembre 2023 anche con l'utilizzo ammortizzatori sociali funzionali ad accompagnare il subentro di un nuovo soggetto nella rosa di soluzioni che il ministero e l'advisor della società hanno presentato in sede di trattativa.

Da marzo tuttavia è già previsto l'utilizzo di contratti di solidarietà per gestire il calo delle commesse legato all'abbandono del sito produttivo da parte di Wartsila. L'azienda si è impegnata nel contempo ad investire 5 milioni di euro di fondi propri nello sviluppo dell'area R&D e Service che rimarrebbe, nei piani di Wartsila, a Trieste anche in seguito all'abbandono delle attività di produzione.

Wartsila, previsto percorso di reindustrializzazione


E i rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia hanno messo per iscritto la propria volontà di accompagnare il percorso di reindustrializzazione con una serie di momenti di confronto presso lo stesso Mimit. Il primo di questi è previsto a marzo 2023 - spiega il segretario della Uilm di Trieste e Gorizia Antonio Rodà. - Con la sigla di questo accordo si va verso una forma di ripresa della normalità. Seppure a tempo determinato. Ora è necessario più che mai che il Governo esercito il proprio ruolo per fare in modo che le possibilità di reindustrializzazione diventino certezze. Chiediamo un piano industriale credibile che sia un elemento di garanzia per l'occupazione e la tenuta industriale del territorio». Le speranze di una buona riuscita del progetto di reindustrializzazione sono legate anche al fatto che il sito di Bagnoli della Rosandra può vantare, oltre agli spazi significativi e al know how delle maestranze, una posizione logistica molto interessante, con una banchina propria sul Porto e un collegamento ferroviario che lo connette all'Interporto di Trieste e alla rete ferroviaria nazionale.

L'assessore Rosolen: «Questo è il punto di partenza»

«La firma dell'accordo - ha dichiarato l'assessore al Lavoro della Regione Fvg Alessia Rosolen - consente alla Regione e al Governo, per quanto di loro competenza, di valutare con le parti sociali e Wartsila Italia il possibile accesso agli ammortizzatori sociali conservativi per assicurare la prosecuzione dell'attività produttiva negli impianti di Bagnoli della Rosandra, mentre organizzazioni sindacali e Confindustria si attiveranno per assicurare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori dell'indotto. Questo accordo è il punto di partenza del processo di reindustrializzazione certamente più praticabile con stabilimenti in ordinarietà produttiva». Da Wartsila filtra nel frattempo la soddisfazione di avere chiuso un accordo importante grazie alla collaborazione tra tutte le parti coinvolte.

Wartsila, cosa prevede l'accordo

«Le attività Dct nello stabilimento di Bagnoli della Wartsila proseguiranno fino al 30 settembre 2023 ed entro questa data l'azienda si impegna a non riattivare alcuna procedura di licenziamento collettivo» ha continuato l'assessore al Lavoro Alessia Rosolen, «è contestualmente avviato un percorso di reindustrializzazione del sito per tutelare i posti di lavori dei dipendenti della Wartsila e dell'indotto».

L'azienda dovrà inoltre presentare il piano industriale triennale, con le prospettive di sviluppo per le attività non interessate dalla cessazione e i relativi investimenti. L'accordo prevede infatti la «garanzia della vocazione industriale dello stabilimento di Bagnoli, che deve continuare a essere adibito a produzioni a elevato valore aggiunto, adeguate a valorizzare l'elevato livello professionale delle maestranze e a produrre ricadute positive sul territorio», anche con «l'inserimento della produzione svolta nel sito in filiere strategiche a livello nazionale e tenuto anche conto della possibilità di realizzare sinergie con imprese del territorio regionale in settori produttivi ad alta tecnologia e competitive a livello globale».

L'Unione Sindacale di Base annuncia sciopero per il 2 dicembre

Quello di ieri «non è nient'altro che il lasciapassare garantito all'azienda per l'uscita immediata dei motori, delle forniture e per la conseguente chiusura della produzione di motori sancita nero su bianco il 30 settembre 2023 dopo l'intervento degli ammortizzatori sociali». Lo scrive in una nota Sasha Colautti, dell' Esecutivo nazionale Usb, invitando ad aderire allo sciopero generale del 2 dicembre. Colautti sottolinea che non si è nemmeno «certi dell'intervento di un reindustrializzatore» né, «nel caso in cui si concretizzi una delle manifestazioni di interesse quest'ultimo sia poi disponibile o in grado di riassorbire tutto il personale diretto e di garantire l'indotto».

Ultimo aggiornamento: 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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