TRIESTE - Puntuale come ogni primo gennaio da 55 anni a questa parte, Mario Cigar si è tuffato dal porticciolo del Cedas a Barcola: da tre anni ad affiancarlo c'è la figlia Ilara. A mezzogiorno - davanti ad un discreto numero di persone pronte a fotografarli - si sono buttati nell'acqua fredda in costume da bagno e ciabatte incuranti della pioggia battente. Per loro ormai è un appuntamento fisso, irrinunciabile per salutare il 2017 e dare il benvenuto all'anno nuovo. Originario di Capodistria - classe '41 - Mario Cigar non teme le basse temperature e con una certa saggezza afferma "bisogna essere medici di sè stessi sapendo regolarsi nella vita». «Acqua meravigliosa ma un pò di neve non farebbe male ogni tanto ma sono sicuro di me stesso e della mia salute» racconta appena uscito dall'acqua. Gli chiediamo se serve un particolare allenamento prima di affrontare un tuffo a gennaio: «Ci vuole fortuna, salute e la ricchezza di tutti noi. Esagerare non fa mai bene» risponde. «Auguriamo un buon anno a tutti i giuliani nel mondo - gli fa eco la figlia - adesso però torno a casa correndo». «Buon sangue non mente - ride il papà - vuol dire che mia moglie non mi ha fatto le corna».
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