Salvini a Trieste, dal questore accompagnato da Fedriga. Il leader leghista: «Sospettati in questura ammanettati»

Lunedì 7 Ottobre 2019
Salvini a Trieste, dal questore accompagnato da Fedriga
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TRIESTE - Giunto da pochi minuti in Questura a Trieste il leader della Lega Matteo Salvini. Accompagnato dal governatore Massimiliano Fedriga e ricevuto dal Questore Giuseppe Petronzi, Salvini si è fermato qualche istante davanti ai ritratti dei due agenti uccisi venerdì scorso.

L'ex ministro dell'Interno ha deposto un mazzo di fiori e si trova ora a colloquio con il Questore Petronzi. 

«Lavoreremo in Parlamento perché i delinquenti entrino nelle Questure ammanettati», ha assicurato l'ex titolare del Viminale, ricordando che entro la fine dell'anno entreranno in funzione le prime migliaia di pistole elettriche. E anche questo sarà un passo avanti per la sicurezza sia degli agenti che dei cittadini e speriamo che anche su questo nessuno abbia da dubitare per rallentare».

«Pierluigi e Matteo hanno fatto fino in fondo il loro dovere e mi fa schifo chi apre i dibattiti su eventuali incapacità o improvvisazioni e inesperienze. Stessero zitti e portassero rispetto». Cosi il leader della Lega, Matteo Salvini, oggi a Trieste per rendere omaggio ai due poliziotti uccisi venerdì in una sparatoria all'interno della Questura del capoluogo giuliano. «Se uno entra in Questura perché sospettato di aver sparato, scippato, rubato o rapinato - ha ribadito Salvini - deve poterci entrare ammanettato senza che si apra un dibattito sui diritti del povero delinquente». 

«Un doveroso omaggio a Pierluigi e Matteo e ai colleghi, alle ragazze e ai ragazzi che ci mettono l'anima e, ahimè, rischiano la vita tutti i giorni». Secondo Salvini «è un dovere capire come lavorare sempre di più e meglio e sperare che la politica tiri fuori i soldi». L'ex ministro dell'Interno ha poi ricordato che il suo governo «ha stanziato 3 miliardi di euro l'anno scorso per aumentare il numero delle Forze dell'ordine e il loro equipaggiamento. Speriamo - ha concluso - che chi ci ha seguito non tagli e quanto meno stanzi la stessa cifra». «Hanno riaperto i porti, hanno riaperto il rubinetto e rischia di essere un disastro anche per la stessa Trieste, per lo stesso Friuli Venezia Giulia dove ci sono già i problemi degli arrivi via terra», ha aggiunto Salvini. «Noi abbiamo cominciato un'operazione di alleggerimento, dei richiedenti asilo dal Fvg con più di mille persone. Spero che al governo ci sia qualcuno che li fermi, altrimenti saranno problemi». Il problema, ha concluso, «è non farli partire». 

«Ringrazio anche come presidente della Regione Fvg il segretario della Lega che ha voluto venire a fare omaggio alla Questura di Trieste e a tutti i suoi uomini in divisa e ai due ragazzi scomparsi». Lo ha detto il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, subito dopo aver incontrato il questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, assieme al leader della Lega Matteo Salvini. «Io sono disponibile - ha aggiunto Fedriga - per qualsiasi rappresentante politico venga per una testimonianza condivisa della sofferenza del Paese rispetto a quanto è successo». L'auspicio, ha aggiunto il governatore è che «adesso, chi ha voluto fare polemica dal nulla, semplicemente per avere un po' di visibilità, abbia la cortesia di stare zitto e di riacquisire un po' di dignità».


IL COMMENTO DEL QUESTORE DI TRIESTE
Dopo l'uccisione dei due poliziotti a Trieste «il momento più duro è stato sabato sera, con quella marea di gente davanti alla Questura, con quel silenzio surreale e quell'applauso che non finiva. Da questore cerco di contenere le emozioni ma poi, sa, non sempre è possibile». Così il Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, in un'intervista al Corriere della Sera. «Ho quasi la sensazione fisica della città e del Paese che ci abbraccia. C'è gente che vuole donare soldi per i parenti delle vittime, altri che vengono a dire una preghiera - continua Petronzi - I messaggi, i fiori, i pupazzi li avete visti tutti. Vorrei raccogliere i disegni lasciati dai bambini e farne un libro in memoria dei nostri agenti». Per quel lo riguarda, «nessuna delle polemiche di questi giorni merita risposta. Finirei per alimentarle anch'io», dice Petronzi. E aggiunge: «Quello che so per certo è che i miei uomini, già molto scossi, sono anche amareggiati. In momenti così drammatici si aspettavano che l'attenzione fosse per i colleghi morti, non certo per le polemiche».

Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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