Half Marathon, alla fine l'Africa partecipa e vince: il ruandese Hitimana

Domenica 5 Maggio 2019
Trieste 24 Half Marathon. Ha vinto il ruandese Noel Hitimana in 1:03.28
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TRIESTE - Alla fine l'Africa partecipò. E vinse, come previsto.Non un etiope né un keniota ma un ruandese, Noel Hitimana, che ha tagliato il traguardo in piazza Unità d'Italia dopo 1.03.28. Ma non era la velocità la ragione per cui gli atleti africani non erano stati invitati alla 24/a Half Marathon, anche se nel cataclisma scatenatosi nei social dopo l'annuncio dell'organizzatore Fabio Carini, qualcuno tirava un respiro di sollievo al pensiero che non avrebbe mangiato la polvere sollevata dai calcagni degli invincibili runner neri.
Un'edizione non proprio rilassante questa 24/a, e come se non bastasse, si è messo di mezzo anche il tempo: Duino Aurisina, sul Carso triestino, dove è stato sparato il via dei 21 chilometri, era stamani sferzata da raffiche di bora fino a cento km/h e raggelata da termometri fermi ben al di sotto di dieci gradi. E pioveva. Lungo la Costiera il clima non era meno rigido. Ma né le polemiche dei giorni scorsi né il meteo hanno fermato gli iscritti, 1.827, tra i quali campioni affermati - Stefano La Rosa (Italia), Marco Salami (Italia), Joel Melly (Kenya), Simon Rugut (Kenya), Hitmana Noel (Ruanda), Sammy Kipngetich (Kenya) e tra le donne Mazuronak Volha (Bielorussia), Nahimana (Burundi) e l'italiana Laila Soufyane - e appassionati. Una gara con atleti di 46 Paesi. Dietro la ricchezza cosmopolita e la presenza degli africani c'è comunque lo zampino dello sponsor, le Assicurazioni Generali legate a valori universalistici, anche nello sport.

Dietro Hitimana, è giunto Najibe Salami (Esercito italiano), al terzo il keniota Joel Melly. Tra le donne, ha vinto la bielorussa Vohla Mazuronak (1.13.56) davanti alla atleta del Burundi Cavaline Nahimana e all'italiana Laika Soufyane. Dopo due ore è giunta anche Rita Giancristofaro. Non correva contro il cronometro ma contro le insidie della vita e a favore di protesi e tecnologia chirurgica e terapeutica: pochi mesi fa era precipitata con il fidanzato dal Ponte Morandi. Sarà lì, alla maratona di Genova, a dicembre che correrà la prossima volta. Molti partecipanti hanno gareggiato con i volti dipinti di nero: «Nessun significato politico - ha detto un corridore - voglio solo rimarcare che lo sport è fatto per tutti e non ci sono distinzioni di razza». Qualcuno interviene sullo sfruttamento degli atleti: per Salami non ci sono atleti sottopagati né razzismo nello sport. Per Marco Rampi del team austro-keniota Run together «fa più notizia l'1 per cento di mele marce che il 99 di persone oneste» e se gli organizzatori hanno sospetti di irregolarità, faranno bene a «tirare fuori le prove» perché «buttando fuori le mele marce ci guadagnano tutti». Lui, il patron della gara, Fabio Carini, ha rotto il silenzio dopo giorni, ma soltanto per ringraziare sponsor, alcuni giornalisti, staff e pochi altri e fare una dichiarazione incontrovertibile: quella di oggi resterà una «giornata indimenticabile», per lui e «per tutti coloro» che con lui «l'hanno vissuta da protagonisti».


 

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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