Il Friuli Venezia Giulia dice sì al secondo rigassificatore in Adriatico dopo Porto Viro

Mercoledì 6 Aprile 2022 di Marco Agrusti
Il terminal di Porto Viro
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TRIESTE - Dopo decenni di no, pronunciati indistintamente dalle amministrazioni regionali di centrosinistra come di centrodestra, si spalancano le porte per la nascita di un secondo terminale Gnl adriatico a Nordest. E la regione candidata ad ospitarlo è il Friuli Venezia Giulia. Per la prima volta dall'inizio della crisi energetica globale, infatti, il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, si è sbilanciato sulla possibilità di realizzare in futuro un rigassificatore off-shore (cioè non ancorato alla banchina di un porto) nel Golfo di Trieste. Si tratterebbe del quarto impianto in Italia e il terzo di natura off-shore dopo quelli di Livorno e Porto Viro (Rovigo). La piattaforma di La Spezia, invece, si trova sulla costa. I tempi naturalmente saranno lunghi, ma l'apertura di Fedriga è stata registrata come un passo avanti importante. «Dobbiamo fare un lavoro importantissimo per assicurarci fonti di approvvigionamento alternativo, perché non possiamo essere dipendenti per il 45 per cento da un unico Paese, la Russia», ha spiegato a margine di un incontro a Trieste. Il presidente della Conferenza delle Regioni si è detto «favorevole ai rigassificatori. Dipende da dove si fanno. Non può essere sempre una battaglia di fazioni, di tifoserie». Secondo Fedriga una buona soluzione potrebbero essere «i rigassificatori off shore, perché sono distanti, più sicuri, hanno bassissimo impatto ambientale e paesaggistico, a differenza di quelli che si trovano a terra, come si ipotizzava a Trieste, dove in realtà c'era anche un grave impatto economico perché bloccava l'attività portale navale».
L'iter per il vecchio rigassificatore si era definitivamente interrotto nel 2017, quando l'allora giunta Serracchiani aveva messo la parola fine all'operazione. Allora, però, si trattava di un impianto ancorato alla banchina del porto. Mentre adesso si ragiona sulla possibilità di un rigassificatore lontano dalla costa.
«Dobbiamo avere il coraggio anche di trovare fonti energetiche nazionali, penso soprattutto all'estrazione del gas dal mare Adriatico», ha aggiunto Fedriga, spiegando come dal suo punto di vista «questa strategia abbia negli anni ha subito un blocco per scelte di carattere politico, quando altri Paesi che si affacciano sullo stesso mare hanno proceduto alle estrazioni».


IL QUADRO
I rigassificatori attualmente in funzione in Italia, anche se spinti al massimo delle capacità, potrebbero sopperire a un eventuale taglio delle forniture dalla Russia? La risposta è negativa, ecco perché è scattata la corsa alla realizzazione di nuovi impianti e al noleggio delle navi gasiere (due, quelle opzionate da Snam al momento). Quello di Porto Viro è l'impianto che produce di più (9,8 miliardi di metri cubi di gas l'anno), mentre Livorno e La Spezia si fermano a 2 e 1,5 miliardi. Dalla Russia importiamo ogni anno 28 miliardi di metri cubi di gas. Il calcolo è semplice.
 

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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