Teatro Verdi: stagione lirica e di balletto al via con Turandot e Aida

Martedì 26 Novembre 2019 di E.B.
Teatro Verdi: stagione lirica e di balletto al via con Turandot e Aida
TRIESTE - La versione originale di Turandot di Giacomo Puccini debutta al Teatro Lirico Giuseppe Verdi venerdì 29 novembre, alle 20.30, nel ricordo proprio del giorno in cui il compositore morì nel 1924 lasciando la sua opera incompiuta, dopo cinque anni di lavoro. Una scelta voluta dalla Direzione artistica della Fondazione, d’intesa con il Maestro Concertatore e Direttore Nikša Bareza, e con i registi Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi, per rendere omaggio a Puccini, non sempre capito in tutta la sua grandezza e qualità, dedicando una grandissima cura alla direzione di questo capolavoro, per rivelarne appieno l’eccezionale struttura architettonica e l’intelligente drammaturgia nel perfetto dipanarsi dei tempi musicali. Una cura che sarà assicurata anche alla direzione di Aida di Giuseppe Verdi, Maestro Concertatore e Direttore Fabrizio Maria Carminati, che completerà (domenica 1 dicembre, alle 16, titolo fuori abbonamento) con quest’opera trionfale e al tempo stesso intimistica (come nel Preludio) la doppia inaugurazione della Stagione lirica e di balletto 2019-2020. Afferma il Sovrintendente Stefano Pace: «Credo che un’inaugurazione con due titoli quali Turandot e Aida, che segue quella trionfale della tournée in Giappone, sia il colpo di gong che dà la misura dell’importanza della programmazione per questa nuova stagione della nostra Fondazione».

«Turandot e Aida non sono soltanto due opere rappresentate abitualmente in tutti i più grandi teatri al mondo, bensì due capolavori assoluti - sottolinea il Direttore artistico Paolo Rodda - nell’immaginario collettivo esse sono “il teatro musicale”. Aprire la stagione con questi due titoli è emblematico dell’enorme impegno e del percorso che il Teatro Verdi tutto sta compiendo per distinguersi nel panorama nazionale e in quello internazionale, anche con iniziative e proposte che sono talvolta in controtendenza con quanto effettuato nel recente passato». «Ci teniamo molto che nonostante la base favolistica di Turandot – sottolineano Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi – ci sia una importante naturalezza sia nei comportamenti tra personaggio e personaggio, ma anche una certa veridicità rispetto a quello che viene detto in scena, per cui il cantante non si deve limitare a cantare ma a spiegare e a far venire chiaro quello che sta cantando. E di conseguenza, cosa che molto spesso va a mancare, si rimarca l’importanza di ogni parola detta ed ascoltata da tutti sul palco. Le reazioni sulle parole sono elementi fondamentali perché si possa assaporare una certa naturalezza, naturalezza che rende questa favola esageratamente attuale perché comunque siamo di fronte a una tirannia ancora presente nel nostro mondo».

 
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