TRIESTE - Il pm Federica Riolino ha chiesto, «non a cuor leggero», l'assoluzione per aver commesso il fatto in stato di non imputabilità per Alejandro Augusto Stephan Meran, accusato di aver ucciso gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta in una sparatoria in Questura a Trieste. La richiesta è arrivata al termine di una requisitoria di circa un'ora davanti alla Corte d'Assise di Trieste. Riolino, sottolineando la «grande pericolosità sociale» di Meran, ha chiesto l'applicazione di una misura di sicurezza «in una struttura idonea».
La difesa chiede la totale infermità mentale
«Chiediamo di pronunciarvi nel senso della totale infermità» di Alejandro Augusto Stephan Meran. Lo ha affermato Paolo Bevilacqua, difensore di Meran, al termine della sua arringa finale davanti alla Corte d'Assise di Trieste. «Stiamo parlando di una persona malata - ha osservato - e alcune conclusioni della perizia», svolta in sede di incidente probatorio, relative a una parziale infermità, «sono ideologiche». «Prendiamo atto della lealtà della Procura e soffriamo per questa vicenda». «Il nostro grido va alle istituzioni» e alla «fallacia» registrata nella gestione della malattia di Meran.
La parte civile invece chiede la condanna
Hanno invece chiesto una sentenza di condanna, Rachele Nicolin e Cristina Birolla, avvocati di parte civile che rappresentano rispettivamente le famiglie Demenego e Rotta: «È rimesso a voi il compito di valutare le prove offerte, le perizie, le testimonianza, valutando anche la pericolosità sociale di Meran. I colpi sono stati esplosi per uccidere. Sono mancati due bravi poliziotti», ha osservato Birolla rivolgendosi alla Corte. «Sono state stroncate due giovani vite, chiediamo la condanna», ha fatto eco Ilaria Pignattini, che con Valter Biscotti, rappresenta Fervicredo.
Richiesta una nuova perizia
Da Roberto Mantello, avvocato di parte civile di uno degli agenti feriti nella sparatoria, anche la richiesta di una nuova perizia.
Il sit in davanti al tribunale
Stamani c'è stato un sit in per esprimere «solidarietà alle famiglie delle vittime» e chiedere «che la giustizia faccia il suo corso», la manifestazione è stata promossa dal sindacato di polizia Fsp davanti al tribunale di Trieste, in concomitanza con la nuova udienza del processo a carico di Alejandro Augusto Stephan Meran. «Siamo per la seconda volta in sit in» davanti al tribunale, come nella precedente udienza -ha spiegato il segretario generale provinciale di Fsp, Edoardo Alessio - «in primo luogo per dare solidarietà ai parenti delle vittime e poi per dare un segnale di presenza nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che riusciamo ad avere una condanna per questa persona che ha due omicidi sulle spalle».