La Slovenia consente di espatriare per due ore ai residenti sul confine con il Friuli Venezia Giulia

Martedì 24 Novembre 2020 di Maurizio Bait
La Slovenia consente di espatriare per due ore ai residenti sul confine con il Friuli venezia Giulia

TRIESTE Sei piccoli comuni del Friuli Venezia Giulia con elevate percentuali di positivi rispetto ai residenti saranno sottoposti da domani a screening di massa anti-Covid in base a una nuova ordinanza restrittiva del presidente Massimiliano Fedriga. Come anticipato dal Gazzettino si tratta di Castelnovo del Friuli, Claut, Dolegna del Collio, Paularo, Socchieve e Sutrio. Il provvedimento, che già da oggi vieta tassativamente su tutto il territorio regionale di consumare cibi o bevande all'esterno di pubblici esercizi e sbarra la strada ad attività sportive di gruppo sia all'aperto che al chiuso, è stato illustrato da Fedriga ieri mattina con tanto di interventi in videoconferenza dei sindaci interessati, che hanno concordato con la Regione sull'urgente necessità di individuare e isolare quanti più cittadini positivi possibile.

Confine Slovenia-Fvg

«Isolare i positivi per tutelare la parte più fragile della popolazione e alleggerire la pressione sulle strutture sanitarie: questa è la sfida», ha spiegato il presidente, che ha annunciato l'acquisto di ulteriori 100mila test antigenici i quali saranno a disposizione già oggi. Fedriga, annunciando che lo screening sarà presto diffuso ad altri comuni a cominciare da tutta la Valcellina, ha fatto propria la preoccupazione del sindaco di Dolegna del Collio, Diego Bernardis, il quale ha parlato con toni preoccupati del gran numero di lavoratori transfrontalieri sloveni impegnati quotidianamente in lavori agricoli nel suo piccolo territorio municipale, che però è un'autentica capitale dell'eccellenza vitivinicola. Fedriga ha interessato il Governo italiano sulla singolare condizione a cavallo della frontiera slovena: in base alle regole italiane, il Fvg è attualmente un'area arancione e pertanto i suoi cittadini non possono lasciare il comune in cui si trovano (fatte salve le solite deroghe per lavoro, salute o necessità). Dunque non possono espatriare e nemmeno recarsi nei comuni limitrofi se non per fruire di servizi non presenti sul proprio territorio: il classico esempio è il supermercato, assente in tanti piccoli comuni. Tuttavia sulla base delle nuove disposizioni del Governo di Lubiana, gli sloveni e gli italiani possono attraversare liberamente il confine per fare acquisti dall'altra parte a due condizioni: che si faccia rientro nel proprio Paese nel giro di due ore e che i servizi commerciali del quali s'intenda fruire siano più vicini oltre confine che in patria.


La misura è curiosa nella sua forma, estensiva nella sostanza: da una parte, infatti, un triestino che abita in centro non potrebbe recarsi in Slovenia a fare acquisti poiché trova fuori casa tutto ciò che gli serve.

Ma un concittadino che abiti sul Carso, poniamo a Basovizza, trova benzina e supermercato più vicini in Slovenia che sul suolo italiano. Per non parlare di Gorizia, dove il confine passa fra le case: chi mai potrà controllare il rispetto di norme di tal genere? La risposta sta nella sostanza: Lubiana intende di fatto alleggerire la situazione sulla frontiera e favorire un minimo di attività commerciali che usualmente, per le casse di distributori di carburante e supermercati, sono rese assai floride proprio dagli acquisti di giuliani e friulani. Resta in ogni caso, ripetiamo, un divieto italianissimo di uscire dal proprio comune: dunque chi espatria anche per pochi minuti in Slovenia senza un giustificato motivo rischia la sanzione amministrativa per violazione del Dpcm attualmente in vigore.

E resta sempre più grave in Slovenia che in Fvg la situazione pandemica: l'ultimo rilevamento ufficiale, relativo a domenica scorsa, rivela 470 positivi al Covid su 1.742 tamponi processati (circa 1 su 4), 45 morti, 201 ricoverati in terapia intensiva e 1.292 in altri reparti ospedalieri.

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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