UDINE - La svolta dell'assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi che ha spiegato che per ridurre le liste di attesa e bloccare la fuga di pazienti è necessario aumentare gli accreditamenti di prestazioni ai privati, ha diviso la regione. Riccardi, puntando il dito verso il centrosinistra, aveva spiegato che l'approccio ideologico non risolve i problemi.
LA SORPRESA
IL PD
Arriva secco dal Pd, invece, il rovescio della medaglia. «Dopo avere fallito con Polimeni - attacca il consigliere regionale Nicola Conficoni - il vicepresidente Riccardi dovrebbe chiedere scusa ai pordenonesi e non continuare a dare lezioni. Se molti medici sono fuggiti e le liste di attesa si sono allungate è soprattutto a causa di alcune dannose scelte politiche che hanno penalizzato la Destra Tagliamento come il commissariamento dell'Asfo, che ha bloccato per 12 mesi i concorsi per rimpiazzare i primari e il taglio lineare alla spesa per il personale grazie al quale la nostra azienda sanitaria ha perso 177 dipendenti in tre anni. Non parliamo poi delle risorse: a Pordenone sono arrivati solo 695.000 euro e all'inizio del 2022 siamo l'unica azienda sanitaria territoriale ad avere ricevuto meno fondi rispetto all'anno precedente. Ora - conclude Conficoni - ci viene spiegato che per risollevare la situazione bisogna potenziare il privato. Peccato che così facendo si alimenti quel circuito vizioso che vede i medici, stremati per i mancati rinforzi, lasciare gli ospedali pubblici e andare a lavorare nelle cliniche e nei laboratori privati pagati con i soldi della Regione». Duro anche il segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli. «Le capriole dell'assessore Riccardi sulla sanità privata assumono sempre più i toni della commedia grottesca. Non riesce più a gestire lo sfascio della sanità regionale ed ecco che la colpa sarebbe del centrosinistra che ha puntato troppo sulla sanità pubblica e l'ha ingolfata di servizi da dare ai nostri cittadini. La soluzione? Rivolgersi ai privati, mica potenziare il pubblico».
IL SINDACO
Ad appoggiare l'assessore alla Sanità è il primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani. «Attualmente in Regione la quota parte che è assegnata al privato accreditato è decisamente modesta. Credo, quindi, che aumentare il budget non porti ad alcun disfacimento della sanità pubblica, anzi aiuterebbe a dare una mossa ai tempi di attesa e riuscirebbe a bloccare anche parte consistente della fuga di pazienti. Una volta verificate le specialità per le quali c'è la fuga e quelle in cui i tempi di attesa sono più lunghi si potrebbe aumentare quei settori gli accreditamenti ai privati».
LA CGIL
Non ci sta, invece, Pierluigi Benvenuto, responsabile sanità della Cgil. «L'approccio ideologico è quello di Riccardi che ha difeso sino all'ultimo il direttore Polimeni colpevole di aver sfasciato la sanità pubblica di Pordenone. Riccardi nel 2020 ha fatto risparmiare 9 milioni di euro. Perchè non li ha investiti assumendo personale? Da lui non prendo lezioni. Ora ci viene a dire che la sanità privata ci salverà. È pazzesco a cominciare da fatto che non c'è alcun controllo sulla qualità delle prestazioni erogate dal privato».
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