La rompighiaccio salva 92 migranti. Il comandante triestino: «Quello che ogni marinaio dovrebbe fare»

Franco Sedmak: «Mi ha rallegrato il cuore salvare queste persone nella speranza di poter dar loro una vita nuova. Ma una battaglia non si vince se non si hanno buoni soldati»

Mercoledì 23 Novembre 2022 di Giulia Soligon
Trieste rompighiaccio salva 92 migranti
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TRIESTE - «Abbiamo fatto quello che ogni marinaio dovrebbe fare». Salpata dal porto di Trieste lo scorso 16 novembre per una missione di ricerca in Antartide, dopo giorni di navigazione la nave oceanica Laura Bassi vede profilarsi al largo del mar Ionio un'altra missione: salvare 92 migranti a bordo di una barca a vela che rischiava di colare a picco a causa del mare agitato. A bordo della Bassi un equipaggio di 20 persone: arrivano da diverse regioni della penisola, qualcuno dall'estero. Tra loro anche il 31enne di Bibione Riccardo Durante, allievo di coperta.

Migranti al largo: le operazioni di salvataggio

«Alle quattro del mattino di sabato 19 novembre siamo stati contattati dal Maritime Rescue Coordination Center (MRCC) con la richiesta di dare assistenza a un'imbarcazione a vela in difficoltà a circa 16 miglia da noi. Ottemperando alla richiesta, alle sette siamo riusciti a raggiungere l'imbarcazione che risultava alla deriva in balia delle onde» racconta il comandante triestino Franco Sedmak.

Da sei giorni stipati in una barca da 15 metri: quarantanove uomini, venti donne e ventitrè bambini, di cui uno in gravi condizioni di salute. In tutto novantadue persone, la maggior parte delle quali provenienti dall'Afghanistan, Siria e Iran. «Le avversità metereologiche ci impedivano di avvicinarci alla loro barca, quindi, in un primo momento abbiamo deciso di prenderli a rimorchio» continua Sedmak. L'operazione del traino però risultava parecchio difficoltosa e dopo diversi segnali si è deciso per il trasbordo. «Li monitoravamo a distanza, molti hanno iniziato a farci cenni di aiuto, erano senza viveri e stavano imbarcando acqua. Innalzavano i bambini per far capire il disagio che stavano provando.

Così ci siamo nuovamente avvicinati a loro e, giunti a portata di voce, abbiamo convenuto che l'unica soluzione era usare la rescue boat per portarli sulla nostra nave».

Durante la navigazione rischio ammutinamento

Sedici viaggi per prelevarli e portarli a bordo della nave rompighiaccio. Proprio per le condizioni del mare le operazioni di salvataggio, iniziate verso le 11, sono state laboriose e durate più di quattro ore. Prima le donne e i bambini, poi gli uomini. «Da lì abbiamo dato la prima assistenza, accomodando donne e bambini nelle cabine e gli uomini nei laboratori a poppa. Inutili i continui tentativi di portare la barca a vela a rimorchio».

Ripartiti da poco, intorno alle quattro e un quarto «una persona si è sentita male. L'abbiamo trovato steso in stato di parziale incoscienza. Dopo un consulto medico ho richiesto l'intervento del MedEvac. Nel giro di pochi minuti un'altra persona ha accusato un malore con gli stessi sintomi, ma in forma meno grave. Rientrati entrambi, ho provveduto ad annullare l'elicottero».

Su indicazioni della MRCC, i migranti sono sbarcati al porto di Kalamata in Grecia. «Era l'una e quarantacinque di notte quando siamo arrivati. Dopo averli fatti scendere, tutti sono stati accompagnati in un capannone del porto e posti a sorveglianza delle autorità locali. «A bordo c'è stato anche un mezzo ammutinamento. Da parte femminile. Alcune donne non volevano andare in Grecia, preferivano il nostro Paese. L'accoglienza italiana è ben nota. Ciononostante in Grecia hanno ricevuto completa assistenza medica. Eseguito anche il Covid test. Tutti i migranti sono stati rifocillati con coperte, asciugamani, bevande e cibo».

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Il comandante Sedmak: «Grazie a tutto l'equipaggio»

«Mi ha rallegrato il cuore salvare queste persone nella speranza di poter dar loro una vita nuova. Ma una battaglia non si vince se non si hanno buoni soldati. Precedenza quindi all'equipaggio che ha portato a termine questa missione. Sono passate diverse navi vicino alla loro barca a vela, ma nessuno si è fermato. Noi abbiamo fatto solo il nostro dovere, quello che ogni marinaio dovrebbe fare. Al momento ci troviamo al porto del Pireo per pulizia carena in attesa di ripartire domattina per Lyttelton in Nuova Zelanda» conclude Sedmak.

 

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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