Ragazzo morto nel pozzo, 12 indagati. Il sindaco: «Il parco resta chiuso fino a che non sarà messo in sicurezza»

Sabato 12 Giugno 2021
Il parco goriziano resta chiuso. Nel riquadro il sorriso di Stefano Borghes

GORIZIA - Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari per la morte di Stefano Borghes, il tredicenne di Gorizia precipitato nel pozzo del parco Coronini Cronberg, il 22 luglio scorso, durante una gara di orienteering, sono stati notificati. Gli indagati sarebbero 12. «Il primo pensiero rimane la grande tragedia che ha colpito la famiglia Borghes: nulla e nessuno potrà riportare loro il piccolo Stefano. Per me rimane il fatto più doloroso della mia esperienza amministrativa. La magistratura dovrà ora chiarire come e perché un pozzo, che per un non esperto appariva essere in sicurezza con una copertura metallica, in realtà non lo fosse» ha detto il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, dopo la chiusura delle indagini preliminari. 

«Deve essere chiarito, alla famiglia, al curatorio della Fondazione ma anche a tutta la comunità, cosa si doveva fare per prevenire la tragedia e se ciò fosse stato fatto - ha aggiunto -. Nessuno vuole lapidare alcuno, ma deve essere fatto per evitare che ciò possa accadere nuovamente. E ciò andrà eseguito su tutta la vasta superficie verde accessibile a dipendenti e pubblico. A questo punto voglio sapere, come tutti, se il resto del parco ha criticità o se può essere frequentato in sicurezza. E fino a che non avremo questa certezza l'accesso al parco sarà rigorosamente precluso al pubblico per disposizione del Curatorio - ha concluso il sindaco -.

Lo so che è un luogo stupendo, la cui fruizione manca ai cittadini, anche per gli eventi che si svolgevano, ma innanzitutto dobbiamo pensare alla sicurezza di chi vi accede. Lo dobbiamo anche a Stefano e alla sua splendida famiglia».

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