Famiglie a rischio impoverimento per le spese in farmaci e salute

Lunedì 28 Gennaio 2019 di Lisa Zancaner
Famiglie a rischio impoverimento per le spese in farmaci e salute
Famiglie a rischio impoverimento per le spese sanitarie. Secondo il 14° Rapporto Crea sanità 2018 di Tor Vergata, le famiglie ricorrono alla sanità sobbarcandosi spese non sempre compatibili con il proprio reddito. Il Fvg è la regione del NordEst con la maggiore percentuale di famiglie in condizioni di disagio economico dovuto ai consumi sanitari, il 5%, contro il 3,5% delle media nordestina. Nascono così le rinunce alle spese sanitarie dato che l'indicatore di disagio economico aggrega l'impoverimento e le nuove rinunce alle spese sanitarie. Le famiglie spendono in sanità principalmente per l'acquisto di farmaci che rappresentano oltre il 70% della spesa, seguiti servizi medici e ospedalieri, servizi paramedici e cure odontoiatriche. Il dato ancora più preoccupante è la quota di famiglie soggette a spese catastrofiche per consumi sanitari, oltre il 3% in Friuli Venezia Giulia. In linea generale le famiglie soggette a spese catastrofiche desti¬nano quasi la metà (43,7%) dei propri consumi sa¬nitari alle cure  odontoiatriche, e il 24,2% ai farmaci; quote decisamente inferiori al valore medio com¬plessivo sono invece destinate alla specialistica e a protesi e ausili. Una spesa sanitaria elevata è dovuta anche al ricorso alla sanità privata per ottenere prestazioni in tempi contenuti. La questione dei tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie regionali viene studiata da oltre un decennio con il risultato che la maggior parte delle famiglie sostiene spese di tasca propria per l'acquisto di almeno una prestazione sanitaria tra visite mediche specialistiche, analisi del sangue, esami specialistici. Anche i ricavi pro-capite per l'attività specialistica e ambulatoriale in intramoenia (la libera professione dentro l'ospedale) in regione sono tra i più alti d'Italia, quasi 20 euro a fronte di una media nazionale di 12,7 euro. Il medico pubblico più gettonato, invece, è quello di base a cui si rivolgono in un anno il 90% di over 65 e oltre il 70% di utenti tra i 15 e i 64 anni, ma tutti con parsimonia registrando una media annuale di 1 contatto per gli under 65 e 1,2 tra gli over 65, entrambe al di sotto della media italiana. I friugiuliani si mostrano attenti anche sui diritti che possono accampare come le indennità di accompagnamento. Nel 2018 i beneficiari sono stati il 13% (incidenza sugli over 65) mentre la media italiana supera il 16%. In un quadro in chiaroscuro la sanità regionale è comunque promossa dal Rapporto Crea nella parte in cui misura le performances dei sistemi sanitari regionali. La Provincia Autonoma di Trento, seguita da quella di Bolzano e dalla Toscana si guadagnano nuovamente il podio per il top della sanità pubblica italiana. Il Friuli Venezia Giulia ottiene un quinto posto, dietro la Lombardia, figurando così tra le sette regioni che rientrano nell'area dell'eccellenza. La performance misurata è riferita alle diverse dimensioni della tutela regionale del diritto alla salute: in altri termini guarda alla performance dal lato della domanda e non dell'offerta. La valutazione della performance è stata effettuata su un set di 15 indicatori, tre per dimensione, selezionati da un Panel di esperti. Le dimensioni di performance sono: impatto sociale, esiti di salute prodotti, appropriatezza nella erogazione dell'assistenza, innovazione, economico-finanziaria. A dare il giudizio più pesante alla sanità del Friuli Venezia Giulia sono gli utenti che fanno scivolare il sistema sanitario regionale dal dignitoso quinto posto al decimo, a metà classifica a livello nazionale. Non sono stati molto teneri nemmeno i rappresentati delle istituzioni che hanno valutato il sistema con più indulgenza portandolo alla settima posizione, ma pur sempre due scalini sotto la posizione generale. Lo stesso giudizio arriva dai professionisti della sanità, che ritengono il sistema sanitario del Fvg piuttosto soddisfacente. L'altalena ricomincia a dondolare nel momento in cui il parere arriva dalla categoria dell'industria medicale che mostra qualche lacuna e il risultato finale è un deludente undicesimo posto.
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