Nessun caso di contagio di West Nile, ma «i cittadini devono collaborare»

Lunedì 10 Settembre 2018 di E.B.
Nessun caso di contagio di West Nile, ma «i cittadini devono collaborare»
TRIESTE - «Il rischio per la provincia di Trieste è solo potenziale, abbiamo il vettore, la zanzara, e il serbatoio, gli uccelli, ma il virus West Nile non si è manifestato». Lo ha confermato il direttore del dipartimento Igiene e sanità pubblica, Riccardo Tominz, nel corso di un incontro organizzato in mattinata dall'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste con i Comuni del territorio per fare il punto sulla situazione e sensibilizzare i cittadini. Ad oggi, ha ricordato Tominz, i contagi in Friuli Venezia Giulia sono avvenuti solo nelle province di Udine e Pordenone. Il virus della Febbre del Nilo, ha ribadito, non si trasmette tra uomo e uomo, ma «serve una corretta informazione». Un ruolo attivo, ha ricordato l'assessore comunale, Michele Lobianco, spetta anche ai cittadini, che devono «comportarsi correttamente» come previsto da un regolamento comunale. L'AsuiTs invita poi tutte quelle persone con patologie a rivolgersi al proprio medico curante per avere maggiori informazioni.

In fase di prevenzione si attuano i piani già predisposti, eseguendo la sorveglianza del territorio e dei vettori, gli interventi anti-larvali nelle caditoie stradali e nelle zone con acqua stagnante, nonché informando la popolazione. Tutti questi interventi sono svolti dai comuni nelle aree pubbliche, ma sono del tutto inutili se anche i privati cittadini non li attuano nelle loro proprietà, evitando di “allevare” le zanzare nei propri terrazzi e giardini, eliminando le fonti di acqua stagnante, trattando le caditoie con larvicidi, coprendo i bidoni d’acqua negli orti e svuotando quelli non utilizzati, tenendo il verde curato. Inoltre è necessario proteggersi dalle punture di zanzara, utilizzando zanzariere o condizionatori quando si è in casa ed utilizzando repellenti quando si fanno attività all’aperto. Qualora invece dovesse verificarsi un caso umano l’Azienda Sanitaria deve essere allertata entro 12 ore dal medico che pone il sospetto di malattia, per avvisare immediatamente la Regione ed avviare entro 24 ore l’indagine epidemiologica al fine di provvedere immediatamente, in sinergia col Comune, alla disinfestazione dell’area di residenza del malato, qualora ciò sia necessario.
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