TRIESTE - È morto nella notte lo scrittore Pino Roveredo.
Il ricordo della Fondazione Il Campiello
«Con Pino Roveredo perdiamo uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana contemporanea. Un uomo speciale che il Premio Campiello ha avuto l'onore di premiare nel 2005 con il libro "Mandami a dire" e che ricorderemo sempre, oltre che per la sua penna ispirata, per la caratura morale. Il suo impegno sociale e letterario nei confronti degli "ultimi" sarà l'eredità più grande che dovremo raccogliere. Per questo tutta la Fondazione Il Campiello lo ricorda con grande affetto e riconoscenza».
«Grazie grande uomo», i messaggi di cordoglio
Una notizia, la sua scomparsa, che ha suscitato profondo cordoglio nel mondo della politica e della cultura. «Adesso è iniziato il tuo viaggio verso l’infinito, a noi restano il ricordo, le pagine che hai scritto, le chiacchiere e gli scherzi che abbiamo condiviso. Mi mancherai!» sono le parole dello scrittore Alessandro Mezzena Lona nel ricordo del collega.
A salutare con commozione Pino Roveredo è stato anche il regista e attore goriziano Matteo Oleotto, per il quale il debutto letterario dell'autore triestino "Capriole in salita" è stato punto di riferimento e cardine di tutta la sua carriera cinematografica. «Un libro che ho amato tantissimo» si legge sulla pagina Facebook di Oleotto «e forse è il libro che mi ha dato il coraggio per cominciare a fare il mestiere che sto facendo. Grazie grande uomo».
Ai tanti messaggi arrivati si aggiunge anche quello della senatrice Tatjana Rojc (Pd), che richiama alla memoria alcuni momenti condivisi con lo scrittore. «Era una persona introversa che aveva fatto della sua esperienza esistenziale un monito per noi tutti: sono contenta di aver avuto l'opportunità di intervistarlo quando ancora non era famoso, perché la sua storia umana valeva molto. Almeno quanto i suoi libri, da cui è venuta la rivincita culminata nel Campiello. Poi, durante la scorsa legislatura, ci siamo confrontati sulla questione delle carceri e sulla condizione dei detenuti in Fvg, ritrovandoci sui doveri della politica e della società, di considerare i detenuti esseri umani che hanno il diritto di conservare una dignità. Ci avvicinava anche l'esperienza di avere come editore la Bompiani diretta da Elisabetta Sgarbi: piccoli segni che pure dicono qualcosa».
Si unisce al cordoglio anche il gruppo consiliare del M5S in Consiglio regionale. «La comunità regionale perde un grande uomo di cultura ma non solo. La sua sensibilità sociale rimarrà sempre un punto di riferimento per tutti. Roveredo resterà nella memoria collettiva per le sue opere e i premi che ne hanno contraddistinto il percorso letterario - aggiungono gli esponenti del M5S - ma sarà ricordato anche per il suo impegno che lo ha portato a ricoprire in maniera esemplare il ruolo di Garante per i diritti delle persone private della libertà personale».
«Una persona che non le mandava a dire in nessuna circostanza, schietto e forse anche un po' ruvido, ma di grandissimo spessore umano» è il profilo tracciato dalla capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, già presidente del Friuli Venezia Giulia. «C'era passato e ce l'aveva fatta, era uscito da una spirale pericolosa grazie alla sua caparbietà e al suo talento. Proprio per le sue caratteristiche era la persona giusta da nominare in Friuli Venezia Giulia come Garante regionale per le persone private della libertà personale. Avrebbe potuto dare ancora tanto al mondo degli ultimi e alla cultura ma lo abbiamo perso e oggi facciamo i conti col rammarico di non averlo più, di non avergli detto ancora una volta 'grazie' per quello che fai».
«Roveredo seppe coniugare la sua attività letteraria - scrive Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg - a un forte impegno civile che lo vide assumere anche il ruolo di garante regionale per le persone private della libertà personale. Per tutta la sua vita ha svolto un'intensa attività a favore dei detenuti e della funzione rieducativa e non punitiva del sistema carcerario. Era dotato di straordinaria umanità e generosità. La scomparsa di Roveredo lascerà un grande vuoto».