Trovata morta nel bosco, il marito di Liliana non crede più all'ipotesi del suicidio

Giovedì 31 Marzo 2022 di E. B.
Liliana Resinovich
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TRIESTE - E' ancora un mistero tutto da risolvere la morte della 63enne Liliana Resinovich, la donna triestina scomparsa dalla sua abitazione di via Verrocchio a Trieste il 14 dicembre scorso e il cui cadavere - avvolto in due sacchi neri - è stato trovato il 5 gennaio in un boschetto del parco dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Il marito Sebastiano Visintin torna a parlare: «Non credo più all'ipotesi che Liliana si sia suicidata: ha incontrato qualcuno nel parco di San Giovanni che le ha tolto la vita, o è morta per un infarto e qualcuno è intervenuto post mortem per mettere a punto quella scena che, inevitabilmente, avrebbe messo me in difficoltà».

Alla luce dell'esito dei test tossicologici Visintin afferma di non credere più a un gesto estremo da parte della moglie.

Eventualità che nel corso delle indagini non è stata invece esclusa dagli inquirenti.

L'esame tossicologico approfondito, disposto dalla Procura di Trieste, ha stabilito nelle scorse settimane che Liliana Resinovich non aveva assunto "sostanze xenobiotiche, droghe e farmaci, che possano aver cagionato il decesso".  Negativo anche l'esito della ricerca di particolari sostanze sintetiche (nuove sostanze psicoattive). Sul cordino che stringeva i due sacchetti di nylon nei quali era infilata la testa della 63enne, invece, era stata rinvenuta una traccia del dna della Resinovich. La traccia trovata sul cordino ha però un dna misto: sullo stesso punto, oltre al dna di Liliana ne è stato trovato un altro, molto debole, difficile da attribuire ad alcuno. L'autopsia aveva stabilito che la donna era morta per scompenso cardiaco acuto: sul corpo non erano stati rilevati "traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso". 

 Le ultime novità emerse dal programma "La vita in diretta" parlano di un terzo Dna chiesto dalla Procura. Oltre al marito e a Claudio Sterpin, l' 82enne con cui Liliana aveva un'amicizia di lunga data, sarebbe stato chiesto il test del Dna anche al vicino di casa della coppia, Salvo, sebbene non sia del tutto noto il motivo di tale richiesta. Al momento non risultano ancora persone indagate.

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