​Confusione Green Pass, albergatori preoccupati per l'impatto in Fvg

Mercoledì 4 Agosto 2021 di Lisa Zancaner
Confusione Green Pass, albergatori preoccupati per l'impatto in Fvg

UDINE Con un'occupazione attuale di circa l'80%, gli alberghi della regione hanno ripreso a respirare, mentre le agenzie viaggi sono in estrema difficoltà.

Ma l'incertezza sul green pass spaventa. La stagione sta andando avanti conferma Paola Schneider, presidente di Federalberghi Fvg non si può dire che sia una stagione eccezionale, ma la gente c'è. A mancare precisa sono i pendolari, quelli delle gite fuori porta. Tristi e vacanzieri per fortuna non mancano, ma negli alberghi fioccano le telefonate per chiedere chiarimento sull'uso del green pass. «Le nostre strutture non hanno l'obbligo e su questo tranquillizziamo i clienti, ma c'è molta confusione e questo ci preoccupa». Gli interrogativi, in effetti sono diversi. Un esempio su tutti: le aree interne agli alberghi destinate alla parte ristorazione richiederanno il green pass? Teoricamente no, almeno secondo l'ipotesi avanzata dal sottosegretario alla salute Andrea Costa, ma solo per i clienti dell'albergo. «Attendiamo il decreto per avere chiarimenti precisa Schneider la nostra idea è che per le nostre strutture non sarà richiesto, ma la confusione ha causato anche qualche disdetta e se dal 6 agosto entrerà in vigore l'obbligo, è probabile che qualcuno rinunci alla vacanza. Dovremmo tenere la gente chiusa negli alberghi?». Dubbi e interrogativi che troveranno presto risposta nel decreto che dovrà essere approvato questa settimana dall'esecutivo. 


IN CITTÀ

Nel frattempo, anche gli alberghi cittadini sono in risalita. I primi mesi dell'anno sono stati decisamente da archiviare. Gli alberghi di Udine hanno chiuso il primo quadrimestre 2021 con il segno meno e perdite il cui recupero è stato considerato fuori da ogni portata per gli addetti ai lavori. Il mese di maggio è stato altrettanto negativo e ha portato una perdita del 26,4% per gli hotel udinesi e del 33% per quelli del capoluogo giuliano. Questo stando ai dati di Italian Hotel Monitor, che analizza ed elabora la performance dei maggiori capoluoghi di provincia italiani in termini di movimento alberghiero e il confronto viene fatto con lo stesso mese del 2019, ante pandemia, visto che lo scorso anno era periodo di lockdown. Se a maggio l'occupazione delle camere sfiorava appena il 45% sia a Udine sia a Trieste, giugno ha registrato una netta ripresa e stavolta il confronto viene fatto con lo stesso mese del 2020. Le strutture ricettive di Udine hanno chiuso il primo mese della stagione estiva con un +21,6% e un tasso di occupazione camere del 54,7%. Numeri positivi anche per Trieste che a giugno ha segnato un +27,2% rispetto allo stesso periodo 2020. 


LE AGENZIE VIAGGI

«Sconfortante e demoralizzante». È così che definisce la situazione Michele Marian, uno dei titolari di Acitur Friulia, storica agenzia di viaggi udinese. «All'inizio abbiamo avuto un buon trend spiega ma negli ultimi 15 giorni il settore si è bloccato con le prenotazioni in modo evidente. I clienti che avevano già prenotato una vacanza hanno iniziato a preoccuparsi», aggiunge portando l'esempio delle famiglie che vogliono partire in vacanza con figli over 12 non vaccinati e al momento non ci sono risposte. «Non riusciamo a dare risposte certe e chiare sulla normativa prosegue Marian ma tutti quelli che hanno già prenotato con condizioni diverse ora come devono essere trattati? È questo che spaventa. Temiamo per questo mese di agosto che è il mese clou, ma anche per le partenze di settembre dice ancora. È una situazione che non ha aiutato il settore, almeno per le tempistiche. Abbiamo sempre chiesto chiarezza conclude anche attraverso le associazioni di categoria, ma questo non è avvenuto».

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