Fedriga: «Se il Friuli Venezia Giulia chiude, lockdown solo per i no vax»

Martedì 16 Novembre 2021 di Marco Agrusti
Massimiliano Fedriga
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TRIESTE - In tempi non sospetti, con il sole a picco dell'estate e i contagi fermi, proprio al Gazzettino Massimiliano Fedriga aveva anticipato: «Non si dovrà mai più chiudere i vaccinati in casa». Ieri, in una situazione ben diversa e con il Fvg a pochi ricoveri dalla zona gialla, ha reso organico e programmatico il concetto. Lanciando un messaggio forte a Roma, perché solo lì si potrà passare dagli sfoghi ai decreti. «Il prezzo delle chiusure - ha detto ieri il presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni - non potrà più essere pagato dai cittadini vaccinati». Parole ripetute sia a Udine, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Ateneo, sia nel pomeriggio a Pordenone. «Credo che la zona gialla sia ormai alle porte - ha aggiunto -, ma le limitazioni che porta non sono insostenibili. Il vero problema, e mi auguro che non si presenti mai, è rappresentato dalla zona arancione (nella quale chiuderebbero del tutto bar e ristoranti, ndr): in quel caso è necessario salvare i cittadini vaccinati. Sarebbero danni enormi all'economia, a dei settori imprenditoriali che hanno battuto e combattuto la crisi e non possiamo permettercelo». Senza girarci troppo attorno, quello di Fedriga è un occhiolino strizzato al modello austriaco, che prevede limitazioni pesanti (vita sociale praticamente azzerata, locali pubblici vietati) per chiunque non sia immunizzato con almeno due dosi.


LA SPONDA

Sia fatta subito chiarezza: Fedriga (come qualsiasi presidente di Regione), questa decisione non può prenderla.

Sarebbe impugnata un minuto dopo, cadrebbe da sola per un conflitto palese di competenze tra lo Stato e i territori. Il suo è un pressing sul governo, che nei prossimi giorni diventerà asfissiante. E ieri dalla sua stessa maggioranza è arrivata una sponda. È quella dell'assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, che a margine dell'analisi congiunturale della Confcommercio del Fvg ha detto chiaramente di «apprezzare e desiderare il modello messo in campo in Austria», parlando apertamente di «lockdown per i non vaccinati».


I TIMORI

Intanto però il Friuli Venezia Giulia deve preoccuparsi della zona gialla, che potrebbe scattare già da lunedì. E la tensione è già palpabile, soprattutto nel settore della ristorazione, dove le acque sono agitate soprattutto a Pordenone, la provincia con meno contagi della regione. Sia la Fipe che l'Ascom, infatti, stanno promuovendo e appoggeranno un'azione collettiva dei ristoratori finalizzata a richiedere i danni in caso di passaggio in zona gialla, una stretta che comporterebbe la possibilità di cenare o consumare bevande solamente in quattro per tavolo, conviventi esclusi. Danni a chi? A tutti quelli che hanno messo in pericolo la situazione sanitaria regionale, quindi in primis ai vertici del popolo no-vax responsabili delle manifestazioni (trasformatesi in focolai) andate in scena in tutto il Friuli Venezia Giulia: «Appoggeremo in tutti i modi ogni ristoratore che vorrà rivalersi per gli incassi persi», tuonano dall'Ascom pordenonese.


I DATI

Infine i numeri. Il Fvg è appeso a un filo. Ieri, con il consueto calo di tamponi che si registra dopo la domenica, sono stati registrati 379 contagi e due morti. Le Rianimazioni sono occupate al 13,1% (sopra la soglia) e le Medicine al 12,4%. Se queste ultime superassero il 15% la zona gialla sarebbe realtà.

Ultimo aggiornamento: 17:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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