TRIESTE - Da un lato l'altopiano carsico ridotto a discarica da cumuli di scarpe e indumenti abbandonati dai migranti provenienti dalla cosiddetta rotta balcanica che entrano in Italia da oltreconfine, dall'altro le Rive e il centrocittà diventati un vero e proprio dormitorio a cielo aperto per decine di stranieri. Le foto postate su Facebook parlano da sole: a pochi passi dal salotto buono della città, dai Palazzi della Regione, del Comune e della Prefettura, ecco comparire il bivacco con materassini, lenzuola e coperte.
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Sono circa una trentina i migranti che da giorni bivaccano per le strade della città: ieri notte decine di loro dormivano a terra sui moli e sulle panchine lungo le Rive. In prevalenza si tratta di cittadini pachistani e afghani che avrebbero rifiutato l'accoglienza nei centri preposti o di migranti arrivati di recente a Trieste attraverso, appunto, la rotta balcanica. Solitamente il punto di incontro era il Silos, accanto alla Stazione ferroviaria, nei capannoni ormai in stato di abbandono e diventati per lungo tempo luogo di riparo. Il vicesindaco leghista Paolo Polidori ha indetto con urgenza in mattinata una conferenza stampa assieme al comandante della Polizia locale Walter Milocchi.
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