Travolse e uccise le due cugine sull'A28, per condannare l'imprenditore bulgaro con la riforma Cartabia serve la querela

Martedì 7 Febbraio 2023 di Cristina Antonutti
Travolse e uccise le due cugine sull'A28

TRIESTE - La riforma Cartabia irrompe nel processo d'appello sulla tragedia dell'A28. Le cugine Sara Rizzotto, 26 anni, di Conegliano e Jessica Fragasso (20) di Mareno di Piave, morirono il 30 gennaio 2022, all'altezza di Azzano Decimo, nella Panda tamponata a 180 chilometri l'ora dal suv guidato dall'imprenditore bulgaro Dimitre Traykov. Ieri il procuratore generale di Trieste, Carlo Sciavicco, avrebbe voluto chiedere la conferma della pena stabilita dal gup di Pordenone: 7 anni di reclusione per omicidio stradale con fuga, attenuati dallo sconto di pena previsto dal rito abbreviato. Ha invece dovuto chiedere di riformare la pena decurtando gli 8 mesi inflitti per le lesioni gravi patite dalle due figlie di Sara. È un reato, quest'ultimo, non più procedibile d'ufficio. Serve la querela.


La Corte d'appello di Trieste è pertanto uscita dalla camera di consiglio con un'ordinanza che dà la possibilità al padre delle due bimbe, Devis Da Ros, di procedere. Papà che ieri non era presente in udienza. Ha infatti rinunciato, tra la contrarietà della famiglia, alla costituzione di parte civile, dopo che l'imprenditore di Pordenone ha donato 70mila euro alle due bimbe rimaste senza mamma. «Siamo usciti dal processo perché non potevano rinunciare a quella somma destinata alle bimbe», ha chiarito ieri l'avvocato Giuseppe Gulli. «Ma non abbiamo rinunciato all'azione penale», ha proseguito sottolineando di essersi già mosso affinché Da Ros faccia querela entro marzo.
La sentenza è prevista per il 26 aprile.

Nel frattempo il processo è già stato discusso in Corte d'appello a Trieste. Il procuratore generale ha concluso chiedendo di riformare la sentenza riducendola a 6 anni e 4 mesi (al netto degli 8 mesi legati alle lesioni). Anche la difesa - gli avvocati Loris Padalino e Gianni Massanzana - hanno chiesto alla Corte una riduzione di pena elencando una serie di motivi d'appello incentrati sulle motivazioni della sentenza di primo grado, sfruttando anche il fatto che il giudice non ha specificato sulla base di quali elementi fosse Traykov alla guida. È un passaggio che le parti civili - gli avvocati Alessandra Nava ed Enrico D'Orazio - non hanno gradito. «Cercare di attenuare le responsabilità è un fatto gravissimo - ha affermato Nava - I famigliari di Sara, papà, nonni e zio che tutelo, non hanno avuto ancora un centesimo e con l'assicurazione ci sono stati soltanto contatti sterili. Siamo stati beffati». Soltanto i genitori di Jessica sono stati risarciti (235mila euro ciascuno) dalla compagnia di assicurazione a cui si era affidata Sara Rizzotto.


La difesa alza gli scudi: «Traykov ha confessato, rigettiamo ogni illazione. Abbiamo solo fatto presente alla Corte i punti deboli della sentenza di primo grado». Sentenza in cui il gup Monica Biasutti aveva descritto l'imputato come un uomo lucido e freddo, fino al punto da inviare la sua posizione via WhatsApp all'amico contattato per farsi riportare a casa dopo aver travolto la Panda delle due cugine. Un uomo che è scappato passando accanto all'auto senza «nemmeno degnarsi di verificare le condizioni della neonata e della sorellina sopravvissute», scrive il giudice. Alle 21.50 la Polstrada lo ha trovato nella sua abitazione a Pordenone, ma l'alcoltest fatto a tre ore dall'incidente non ha permesso di risalire al tasso alcolemico che aveva al momento della tragedia. È per questo che l'aggravante della guida in stato di ebbrezza è caduta. Per le famiglie Rizzotto e Fragasso erano state disposte provvisionali per 175mila euro: i risarcimenti li definirà il Tribunale civile.

Ultimo aggiornamento: 18:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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