Deejay drag queen in un futuro senza radio: le Nina's al teatro Miela

Giovedì 19 Gennaio 2017 di E.B.
Deejay drag queen in un futuro senza radio: le Nina's al teatro Miela
TRIESTE - Uno spettacolo fantasmagorico pieno di musica e allegria. Sul palcoscenico del Teatro Miela arrivano questa sera alle 21 le Nina's Drag Queen in "Nina's Radio Night" di e con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro,  Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò.  Siamo nel 2222. Sono ormai secoli che le radio non esistono più.  In un futuro super digitalizzato la comunicazione passa attraverso altri canali e la dittatura dell’immagine ha ridotto le frequenze delle radio al silenzio. Un gruppo di irriducibili deejay drag queen, però, sfida i tempi e la terribile minaccia di una orwelliana “polizia anti-radio”, dedicandosi a captare e ritrasmettere tracce sonore del passato che ancora navigano, perse, nell’etere. Le drag queen daranno voce e corpo alle divine del passato, sapienti narratrici di mondi perduti e interpreti di capolavori dimenticati, in un susseguirsi di colpi di scena e colpi di sole, battiti del cuore e battiti di ciglia. La compagnia delle Nina's Drag Queen è composta da attori e danzatori che hanno trovato nel personaggio Drag Queen la chiave espressiva per portare avanti la loro idea di teatro. Nascono nel 2007 a Milano, presso il Teatro Ringhiera, da un’idea di Fabio Chiesa.

Il loro universo è un mix dei musical con Ester Willliams, i programmi del sabato sera, le feste barocche alla corte dei Medici, i video di Madonna, il Living Theatre, i film di David Lynch e i capelli di Moira Orfei. Un luogo dove il teatro è contaminato con il cinema, il pop, l’opera lirica, dove coesistono la soubrette e la grande diva, le canzoni di Raffaella Carrà e le arie di Giuseppe Verdi- Un universo di immagini che dialogano con altre immagini, di voci strappate a un contesto e fatte rifiorire, in playback, in un altro. Dicono del loro progetto di teatro 'travestito': «Le drag queen abitualmente si esibiscono come soliste con numeri in playback, o come presentatrici e animatrici in serate di cabaret e varietà. Noi abbiamo sempre lavorato invece su un’idea di gruppo, di coro, e su una specificità teatrale. Il nostro lavoro assomiglia a quello del clown: indossiamo un costume, una maschera di trucco, andiamo a toccare la comicità, spesso rischiamo il ridicolo. Ma, come accade per la vera clownerie, non si tratta solo di questo: una Drag Queen, per come la intendiamo noi, deve poter far ridere, sì, ma anche emozionare, turbare, e perché no, commuovere».
 
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