Coronavirus, il Friuli Venezia Giulia allarga i controlli marittimi e terrestri

Domenica 2 Febbraio 2020
Coronavirus, il Friuli Venezia Giulia allarga i controlli marittimi e terrestri

Dare la possibilità al commissario per l'emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli, di allargare i controlli a livello terrestre e marittimo: è quanto chiede la Regione Fvg. E Borrelli ha dato il via libera. «Pensiamo che sia un'ipotesi da considerare - ha affermato il presidente Massimiliano Fedriga - noi chiediamo, soprattutto per una terra come quella del Fvg, che ha un confine con l'Est Europa dove c'è un aeroporto internazionale nelle aree limitrofe, che si possa in caso di necessità mettere in campo misure straordinarie per controllare e tutelare la popolazione».

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Su questa proposta, ha spiegato Fedriga, «ho sensibilizzato i governatori chiedendo di appoggiare questa idea che mi sembra di buon senso».

Sull'ipotesi di una sospensione di Schengen ha aggiunto: «Il commissario deve avere la possibilità di scegliere rispetto alla situazione contingente che si trova ad affrontare. Non stiamo dicendo al commissario di sospendere Schengen, ma che "ti diamo la possibilità di aumentare i controlli ai confini e via marE", per avere strumenti utili per intervenire in caso di bisogno».

VIA LIBERA DI BORRELLI AI CONTROLLI
«Saranno allargate le possibilità del commissario straordinario per l'emergenza da coronavirus di intervenire anche per i controlli sui trasporti marittimi e terrestri. Il commissario per l'emergenza Angelo Borrelli ci ha informato che la richiesta del Friuli Venezia Giulia è stata accolta. Lo avevamo chiesto al Governo per dare la possibilità se si presentassero dei rischi, necessità che ci auguriamo non si verifichi, di mettere in campo misure straordinarie per tutelare la nostra popolazione». È quanto affermano in una nota il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. «Un'istanza che mi era sembrata di buon senso - ha precisato Fedriga - e che permette di ampliare le competenze del commissario straordinario dandogli la possibilità di intervenire nei casi di emergenza: compito primario di un commissario».

 

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Come avviene il contagio? Quali sono i sintomi? Come comportarsi nel caso si sospetti di avere contratto l'infezione? Quali precauzioni prendere? Ecco le risposte alle principali domande sul coronavirus. Anche nel caso in cui si manifestassero i sintomi caratteristici del coronavirus comunque non bisogna entrare nel panico: prima di tutto perché sono molto simili a quelli dell'influenza stagionale, ed è più probabile aver preso quest'ultima.


CORONAVIRUS IN FRIULI VENEZIA GIULIA, LA RETE SANITARIA
 «La rete infettivologica del Fvg è importante e ben organizzata. Trieste ha tutto quello che serve, anche dal punto di vista di assistenza al paziente più critico». Lo ha affermato il direttore della struttura complessa Malattie infettive dell'Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, Roberto Luzzati, durante un incontro con esperti all'ospedale di Cattinara per fare il punto sull'emergenza Coronavirus relativamente al Friuli Venezia Giulia. «L'area triestina - ha spiegato - ha una comunità cinese molto ampia». Anche per i centri di ricerca internazionali che ospita, «per cui ci sono scambi con la Cina». «Noi abbiamo osservato tre casi sospetti negli ultimi 15 giorni, che non sono stati confermati. Mandiamo i test allo Spallanzani e in 6-12 ore l'esito viene restituito. È un test in divenire ma che ci dà una buona probabilità di individuazione. Questi pazienti, di nazionalità cinese, avevano una forma influenzale». Nel reparto palazzina infettivi all'ospedale Maggiore di Trieste, ha aggiunto, «abbiamo 32 posti letto» per un eventuale necessità di isolamento. «La struttura ne ha 12 - ha precisato - ma sono potenziabili».

In generale «bisogna tenere alta la soglia di attenzione - ha chiarito Luzzati - ma se il virus fosse penetrato in modo consistente nel mondo occidentale ci troveremmo in un'altra condizione e con numeri più importanti». In merito ai tre pazienti accolti a Trieste per i test, ha precisato, «due di questi provenivano dai medici di medicina generale. I tre rientravano dalla Cina, nessuno dal mercato di Wuhan, ma da aree vicine. L'ultimo era un Ceo di una grossa impresa informatica, a 600 km dal focolaio di Wuhan, che sta facendo un giro turistico in Italia. Presentava tosse e febbre e rientrava nelle definizione di caso sospetto. È uscito ieri dopo il risultato negativo del test». In merito agli aspetti clinici, ha aggiunto Maurizio Ruscio direttore del Laboratorio Analisi dell'Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina e del Burlo Garofolo, «il laboratorio unico dell'area, per quanto concerne la sede di Cattinara e Monfalcone, è in grado di fare diagnosi sulle patologie stagionali in tempo reale. Centralizziamo sull'area di Cattinara i casi più complessi». I test di diagnosi immediata per il coronavirus «saranno a disposizione da martedì». Tra gli altri, anche Fabio Barbone, direttore scientifico del Irccs Burlo Garofolo, che ha fatto un quadro sulla situazione attuale dando conto di casi confermati a livello mondiale e sottolineando che il grado di letalità del 2% corrisponde alla letalità da influenza.
 

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Ultimo aggiornamento: 20:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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