Carburante e sigarette: la concorrenza
slovena azzera le vendite in centro

Martedì 7 Marzo 2017 di E.B.
Carburante e sigarette: la concorrenza slovena azzera le vendite in centro
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TRIESTE - Si è «praticamente azzerata in centro e ridotta del 25% in periferia» la rete distributiva di carburanti. Le rivendite di tabacchi? «Sono scese del 73% in centro città e del 27,1% altrove». Sono questi gli effetti negativi che la concorrenza slovena produce sui due comparti presi in esame dal Report illustrato questa mattina nella sede provinciale di Confcommercio.  La fuga oltre confine non cenna a diminuire: che si tratti del pieno di benzina o della stecca di sigarette e magari di una spesa al volo al supermercato. Flessione minore e limitata ai soli rioni (-14,1%) per i punti vendita di generi alimentari in quanto il settore, in centro, ha tenuto le posizioni. All'insegna della crescita, invece, il comparto informatico e della telefonia. Evidente anche l'espansione per il segmento alberghiero (+33,7% in centro e -3,5% in periferia) e per quello dei pubblici esercizi (+24,6% in centro e -2,7% nelle zone rionali).  Soffre il commercio al dettaglio che ha perso 19 attività nel centro storico (da 213 a 194) e circa 300 in periferia (da 1638 a 1378). Un focus ad hoc è stato elaborato sullo shopping del periodo natalizio: per il 49% dei negozianti (su un campione di 348 imprese) i ricavi sono peggiorati, sono stati in linea con quelli dello scorso anno per il 36,7% mentre il 14,3% degli esercenti ha evidenziato un miglioramento. Bocciate le promozioni pre-saldi, considerate inopportune dai negozianti triestini: il 95% invoca una modifica sostanzialmente all'impianto normativo che disciplina le svendite di fine stagione. Non brilla l'utilizzo dei social network, utilizzati soltanto dal 31% delle aziende che vi affidano la promozione dell'offerta commerciale soprattutto per ampliare la propria visibilità (80%) e in seconda istanza per lievitare i ricavi (24%). L'e-commerce continua a spopolare: si compra in rete in media due volte al mese e in orario d'ufficio ma a Trieste soltanto il 14% delle imprese lo pratica soprattutto nei settori dei biglietti d'aereo, viaggi, libri ed elettronica.
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