Il governo chiude il "caso" A4: «Nessun contributo pubblico»

Sabato 6 Novembre 2021 di Maurizio Bait
I lavori per la terza corsia
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TRIESTE - «Non è prevista l'erogazione di contributi pubblici». Stop. E' la risposta formalizzata dal Governo, per bocca del viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, in merito alle risorse necessarie per completare la terza corsia sull'autostrada A4 Venezia-Trieste e in particolare sui 25 chilometri del tratto San Donà-Portogruaro.

Morelli, che ha risposto giovedì scorso a un'interrogazione presentata dal Pd in Parlamento nelluglio scorso, ha chiarito che il subentro della newco Autostrade Alto Adriatico ad Autovie Venete nella gestione dell'A4 sta procedendo nei tempi previsti e al momento il Ministero delle Infrastrutture «sta ultimando l'attività istruttoria necessaria per acquisire, entro la fine di quest'anno, le valutazioni del Cipess». Il punto, secondo il Governo, si riassume così: in base al piano finanziario proposto da Alto Adriatico, sarà proprio tale newco a dover finanziare i lavori, come finora è spettato ad Autovie. E dovrà farlo «integralmente con i proventi dei pedaggi autostradali», per i quali peraltro non sono previsti aumenti.


«I SINDACI HANNO RAGIONE»

Sulla grande incompiuta del Nordest e sulla risposta di Morelli scende in campo la stessa capogruppo Dem alla Camera, Debora Serracchiani: «Quindi hanno ragione i sindaci del Veneto orientale a chiedere chiarezza sul trasferimento della concessione da Autovie alla Newco e a chiedere un'accelerazione del processo di subentro. È un appello che deve essere ascoltato dal Ministero per la parte di sua competenza, ma che dovrebbe arrivare anche in Friuli Venezia Giulia, al commissario alla terza corsia Massimiliano Fedriga e a Friulia, che detiene il controllo di Autovie e che dovrebbe aver ricevuto formali e precise indicazioni dalla Giunta Fedriga in merito ai passi da compiere per effettuare il travaso finanziario e del personale». E se è vero, da un lato, che «il più importante di questi passi è la sottoscrizione dell'accordo di cooperazione tra Regioni Fvg e Veneto e Autostrade Alto Adriatico», d'altra parte la capogruppo Pd a Montecitorio prefigura un diverso, possibile scenario: «A meno che non ci sia un'idea di protrarre lo status quo fino al punto che sarà inevitabile mettere a gara una concessione da mezzo miliardo e monetizzarla. Ma in tal modo si rinuncerebbe al controllo pubblico garantito da Autovie prima e in futuro dalla newco». In definitiva «la lentezza con cui si svolge questo passaggio - conclude - è oggettivamente preoccupante, perché i lavori della terza corsia si potranno realizzare solo accedendo al prestito da 600 milioni stipulato con Cdp e Bei, ma per questo serve la newco fatta, operativa con la concessione trentennale in pancia».


TROPPI RITARDI

La deputata veneta di Italia viva Sara Moretto afferma, in merito all'emendamento da 440 milioni bocciato per la terza corsia, che «non si è trattato di una beffa o soldi spariti o cortocircuito burocratico, poiché ogni riflessione sulle risorse può essere fatta solo dopo aver concluso il passaggio della concessione da Autovie Venete alla newco. Ciò che ha rallentato questo passaggio non è la mancanza di risorse quanto i ritardi burocratici». In ogni caso «dal Ministero delle infrastrutture ho avuto conferma che il percorso può chiudersi entro l'anno e da qui si aprirà ogni azione per le risorse». Moretto, infine, puntualizza di non aver firmato l'emendamento bocciato dei 440 milioni, ma l'ordine del giorno che impegna il Governo sul completamento dei lavori. Il capogruppo di FdI nel Consiglio regionale veneto, Raffaele Speranzon, considera grave che il Governo «non riesca a trovare una soluzione a un disastro infrastrutturale, economico e sociale». Da parte sua il presidente di Unioncamere Mario Pozza, sottolinea: «il problema dell'affidamento della concessione va risolto in tempi brevi perché ogni giorno che perdiamo per questioni burocratiche provoca l'allungamento del bollettino di guerra di morti, incidenti e disagi». In campo anche Federalberghi veneta con il presidente Massimiliano Schiavon: «Non possiamo immaginare turismo senza investire nelle infrastrutture, sono un nodo cruciale».

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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