Dolina-San Dorligo della Valle, nel paesino più a Est d'Italia scoppia la guerra delle campane

Venerdì 14 Gennaio 2022 di Angela Pederiva
Dolina-San Dorligo della Valle, nel paesino più a Est d'Italia scoppia la guerra delle campane
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Il caso è così clamoroso da aver scomodato perfino l'arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, suo malgrado. «Sono ben altre le priorità che riguardano drammaticamente il nostro territorio, come la serie di delitti efferati avvenuti in veloce e impressionante sequenza», ha dichiarato ieri il prelato polesano, alludendo all'omicidio di Robert Trajkovic e al giallo di Liliana Resinovich. Ma a Dolina-San Dorligo della Valle, il Comune più orientale d'Italia al confine com'è con la Slovenia, le sue 5.800 anime non parlano d'altro: il sequestro delle millenarie campane della pieve matrice di Sant'Ulderico, «per evitare l'ulteriore protrarsi dei continui e ripetuti scampanii che producono disturbo», come si legge nel provvedimento disposto martedì dalla Procura.


Campane sequestrate

Non è la prima volta che a Nordest montano proteste per l'eccessiva rumorosità dei campanili.

Tuttavia non è così frequente che si arrivi ai sigilli, apposti sotto forma di nastro adesivo al quadro comandi della chiesa, su cui ora campeggia l'atto della magistratura: Sottoposto a sequestro dalla polizia giudiziaria. Le cronache narrano che i guai siano cominciati nell'agosto del 2019, quando un fulmine colpì la parrocchiale, causando danni per 8.000 euro al sistema di suoneria e controllo dell'orologio. «È successo che qualche volta le campane hanno suonato senza preavviso», si è difeso il reverendo Klemen Zalar a Trieste News. Ma secondo i promotori di una petizione, avviata nel 2020, i rintocchi erano molto numerosi e assai molesti.


Troppo rumore

Dopo mesi di tensione, a giugno fu raggiunto un accordo, per cui l'Ave Maria del mattino veniva posticipata dalle 6 alle 7, le batacchiate notturne venivano escluse e l'intensità di quelle diurne venivano ridotte al minimo. Ma le polemiche erano continuate, anche attraverso lettere molto pepate, le quali chiedevano di spostare alle 8 il minuto e mezzo di saluto alla Vergine, di smettere di suonare le campane relative alle funzioni religiose e di togliere i battiti dei quarti d'ora. A quel punto il parroco aveva deciso di riportare l'omaggio alla Madonna alle 6, cercando però di andare incontro alle richieste dei residenti per quanto riguarda il resto del giorno e della notte. Con questo risultato, quantifica Il Piccolo: settanta colpi di batacchio alle 6, alle 12 e alle 20, nonché un richiamo ogni quindici minuti dalle 7 alle 21, consistente in due percussioni al primo quarto d'ora, quattro al secondo e sei al terzo. Ancora troppo, tanto che il reverendo Zalar ha raccontato di essere stato convocato più volte nella caserma dei carabinieri, per dare conto degli scampanii attuati anche in occasione di matrimoni e battesimi.

In un crescendo di accuse e controaccuse, è arrivato il provvedimento di sequestro, su cui per l'arcivescovo è stata posta «enfasi spropositata». In una nota diramata dalla Curia diocesana, «con profondo dispiacere» monsignor Crepaldi «rileva poi che, da un po' di tempo, sta sviluppandosi a Dolina un clima ostile e discriminatorio verso persone e beni della comunità cattolica che non si sente adeguatamente tutelata da chi di dovere».In linea con il sindaco dem Sandy Klun, il presule «invita tutti, soprattutto le Istituzioni preposte alla tutela delle persone, ad operare, nella verità e nella giustizia, verso una rinnovata stagione di amicizia civile». Perciò viene precisato che, «in questa direzione», è stato «già provveduto a fornire le opportune disposizioni». Chissà allora se, alla prossima visita di ospiti com'è stato un anno fa per la ministra slovena Helena Jaklitsch, le campane di Dolina risuoneranno di nuovo a festa.

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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