Ungulati da abbattere: sì della Regione a un piano affidato ai cacciatori

Mercoledì 30 Ottobre 2019 di Elisabetta Batic
Ungulati da abbattere: sì della Regione a un piano affidato ai cacciatori
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La Regione Fvg attribuisce ai cacciatori un ruolo primario nella gestione degli ungulati considerata la proliferazione di cinghiali e altri mammiferi selvatici e i pochi agenti forestali e venatori che da soli non possono affrontare il problema. Il Consiglio regionale ha infatti approvato (oltre al centrodestra a votare a favore sono stati anche Moretti, Shaurli e Santoro del Pd) la proposta di legge nazionale (di cui è prima firmataria la forzista Mara Piccin) che punta ad attribuire alle Regioni la gestione del controllo degli ungulati anche al di fuori dei periodi e degli orari vigenti affidando l'attuazione dei Piani di abbattimento ai cacciatori soci delle riserve di caccia, coordinati dalle guardie venatorie afferenti alle amministrazioni pubbliche. «Impossibile, come proposto da alcuni esponenti dell'opposizione osserva Piccin - procedere con una proposta di revisione integrale della legge 157, così come la sperimentazione di presunti metodi alternativi si è rivelata inefficace: questo è un primo ma significativo  passo avanti per risolvere il problema». Contrario il Movimento 5 stelle: «Se approvata in Parlamento, questa proposta rischierà di consentire l'abbattimento anche in aree dove il problema non è presente» commenta Ilaria Dal Zovo secondo la quale «servirebbe una legge organica sull'introduzione di specie invasive e sulla conservazione della biodiversità prevedendo metodi ecologici per il contenimento». Secondo l'assessore alle Risorse agricole Stefano Zannier: «Ben venga questa proposta anche se sono certo che seguirà non una risposta negativa ma semplicemente nessuna risposta».

REFERENDUM«Rendere le Regioni protagoniste nel dibattito sulla legge elettorale è un passaggio importante per consolidare in modo virtuoso la partecipazione dei territori e potenziare ulteriormente la legittimazione delle Assemblee elettive». Così il governatore Massimiliano Fedriga commenta l'approvazione (contrarie le opposizioni) della deliberazione integrativa del quesito referendario che abroga l'attribuzione di seggi con metodo proporzionale in collegi plurinominali nell'elezione dei due Rami del Parlamento. «Si tratta spiega il capogruppo leghista Mauro Bordin di un quesito che investe in modo omogeneo il sistema elettorale di Camera e Senato attraverso l'abrogazione della parte proporzionale con conseguente estensione del sistema maggioritario in collegi uninominali: diciamo basta agli inciuci di Palazzo». Attacca Mauro Capozzella (M5s): «Corto circuito nella maggioranza e vari aspetti di illegittimità». Gli fa eco Franco Iacop: «La loro posizione è chiara: obbedire alla Lega viene prima della tutela dell'autonomia regionale, piegato ai diktat nazionali della Lega». «Se passa questa proposta, mai più sloveni a Roma» afferma la senatrice dem Tatjana Rojc. Accolta la mozione pentastellata che chiede ala Giunta di attivarsi affinchè le scuole diano attuazione alle disposizioni relative alla Festa degli alberi curando la messa a dimora in aree pubbliche di piante autoctone così come ha ricevuto voto unanime favorevole la mozione di Russo (Pd) La Regione valorizzi i suoi amministratori locali. In tema di sanità, l'assessore Riccardo Riccardi ha reso noto che il numero delle borse di studio è raddoppiato rispetto alla precedente legislatura.
ENTI LOCALI«C'è l'impegno del Governo e del ministro Boccia di dare piena attuazione all'autonomia della Regione in termini di spesa e assunzioni portando in Consiglio dei Ministri il recepimento del sistema integrato degli enti locali del Fvg». A renderlo noto sono Cristiano Shaurli e Sergio Bolzonello (Pd) che parlano di «svolta storica». Unanimità per il disegno di legge sul recepimento dei principi fondamentali del sistema integrato degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia: «Non andiamo a incidere sul contributo che diamo alla finanza pubblica ha detto l'assessore Pierpaolo Roberti -, ma chiediamo di avere una responsabilità come Regione».
Elisabetta Batic
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