Ricercatori triestini a caccia dei segreti nascosti in Antartide

Martedì 16 Gennaio 2018 di E.B.
Ricercatori triestini a caccia dei segreti nascosti in Antartide

TRIESTE - Nuova spedizione per l'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste (Ogs) che, a distanza di un anno dalla missione che aveva portato a largo del Mare di Ross l'Explora (unica nave da ricerca con capacita' oceanica con classe artica di proprieta' di un ente italiano), torna ad indagare l'Antartide e i cambiamenti climatici. Alla missione internazionale parteciperà Laura De Santis, geologa marina in servizio dell'ente da oltre 20 anni: sara' l'unica ricercatrice italiana a prendere parte alla "Iodp Expedition 374" di cui e' anche co-coordinatrice assieme a Robert M. McKay, dell'Antarctic Research Centre della Victoria University of Wellington (Nuova Zelanda).

In realta' ci sono altri due scienziati di origine italiana a bordo della nave, ma sono imbarcati come ricercatori provenienti da altri Paesi dove lavorano ormai da diversi anni (Francesca Sangiorni, University of Utrecht, Paesi Bassi e Peppe Cortese, GNS, Nuova Zelanda). Scopo della missione, partita dalla Nuova Zelanda è studiare le dinamiche glaciali, oceanografiche e geologiche che hanno caratterizzato le zone del Mare di Ross negli ultimi 20 milioni di anni e verificare come i cambiamenti climatici hanno impattato sul West Antarctic Ice Sheet e cosa potrebbe significare un mondo piu' caldo in futuro. Il Mare di Ross e' un luogo ideale per questo studio perche' e' altamente sensibile ai cambiamenti della temperatura e circolazione dell'oceano e dell'atmosfera. 

Per compiere le indagini verra' utilizzata la Joides Resolution, una nave dotata di strumenti avanzati di perforazione, con cui i ricercatori realizzeranno 6 pozzi di 700-800 metri di profondita', in punti accuratamente selezionati. Quattro siti di perforazione di questa spedizione saranno sulla piattaforma continentale mentre due sul versante continentale, compresi tra i 490 e i 2400 metri sott'acqua. Grazie alle perforazioni verranno recuperate delle 'carote', cilindri di 10 centimetri di roccia, che verranno poi studiati da petrografi, paleontologi, chimici, geofisici. Si tratta di esperimenti costosi, che vengono effettuati in Antartide in media ogni 10 anni. Gli scienziati a bordo descriveranno di cosa sono fatti i sedimenti, identificando i fossili e i minerali per capire quando e dove si sono formati i sedimenti, per ricavare informazioni sui meccanismi che regolano le interazioni tra oceano e calotta di ghiaccio.

Il gruppo di ricerca e' composto da altri 29 ricercatori provenienti da Europa, Brasile, Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Nuova Zelanda e Stati Uniti. «Imparare di piu' su come si sono evolute in passato sia la piattaforma ghiacciata di Ross, che la porzione di calotta glaciale che essa delimita, ci aiutera' ad aumentare la nostra comprensione del passato dell'Antartide e il suo ruolo futuro nel clima globale» spiega Laura De Santis. 

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci