Agenti uccisi: la ricostruzione della Questura, a sparare solo un fratello

Sabato 5 Ottobre 2019 di E.B.
Agenti uccisi: la ricostruzione della Questura, a sparare solo un fratello
TRIESTE - La Questura di Trieste ha diramato una dettagliata ricostruzione della sparatoria che ha provocato la morte degli agenti di Polizia Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. A sparare è stato solo uno dei due fratelli dominicani mentre l'altro sotto choc si è barricato nei sottarei dell'edificio. Questa la ricostruzione ufficiale: nella mattinata di ieri 4 ottobre, in via Carducci, si è verificata una rapina in danno di una donna, la quale denunciava che un ragazzo di colore le aveva rubato il motorino scaraventandola in terra. Nel pomeriggio, è giunta una chiamata alla Sala Operativa in occasione della quale il dominicano Stephan Meran Carlysle ha riferito di avere appreso dal fratello Stephan Meran Alejandro Augusto che questi era l’autore della  rapina e si è reso disponibile ad accompagnare gli operatori presso il domicilio del fratello al fine di recuperare il mezzo. Inoltre ha specificato che il fratello  soffriva di disturbi psichici, pur non essendo allo stato seguito dai servizi di igiene mentale di questo capoluogo. Due equipaggi in servizio di Volante ed una pattuglia della Squadra Mobile si sono dunque recati nell’abitazione di Stephan Meran Alejandro Augusto, assieme al 118. Sul posto hanno trovato l'uomo, «collaborativo e pacato» che è stato accompagnato in Questura, assieme al fratello, a bordo di una vettura in colori di istituto.

Giunti all’interno dell’Ufficio Prevenzione Generale, lo Stephan Meran Alejandro Augusto, dopo aver chiesto di andare in bagno, nell’uscire è riuscito a prendere la pistola d’ordinanza in dotazione all’Agente Rotta esplodendo due colpi al lato sinistro del petto e all’addome: uditi gli spari, l’Agente Scelto Demenego è uscito per verificare cosa stesse accadendo, venendo a sua volta colpito sotto la clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena.
Nel mentre, Stephan Meran Carlysle, in un primo momento, si è barricato all’interno dell’ufficio dell’U.P.G.S.P. impaurito, sotto shock e temendo per la propria incolumità, sbarrando la porta con una scrivania e poi, non udendo più gli spari, è scappato nei sotterranei della Questura, dove è stato individuato e bloccato dagli agenti intervenuti. Nel mentre l’omicida ha tentato di imboccare le scale di accesso ai piani superiori, ma è stato fatto desistere dal personale presente negli uffici, a cui ha indirizzato altri colpi senza causare ferit e successivamente, ha cercato di guadagnare l’uscita dalla Questura attraversando l’atrio adiacente impugnando entrambe le pistole d’ordinanza prima sottratte ai due agenti ed esplodendo ulteriori colpi di pistola all’indirizzo del personale in servizio al corpo di guardia che ha risposto al fuoco. Un altro agente è stato colpito alla mano sinistra ed attualmente è ricoverato all'ospedale di Cattinara in attesa che venga sottoposto ad intervento chirurgico.

Una volta fuori dall’edificio, il fuggitivo, ha cercato prima di aprire una volante parcheggiata in prossimità dell’ingresso di via di Tor Bandena, e poi notando l’auto della Squadra Mobile, ha aperto il fuoco verso il mezzo e il personale, colpendo la portiera lato passeggero appena aperta. Gli operatori hanno risposto al fuoco, colpendo il soggetto all’inguine, senza colpire parti vitali, riuscendo a renderlo inoffensivo ed a disarmarlo, verificando che una delle pistole poco prima sottratte era aperta e col serbatoio vuoto, mentre l’altra aveva il cane armato.
Nel frattempo i sanitari del 118 stavano tentando invano di rianimare gli agenti colpiti e di prestare soccorso al ferito, che veniva trasportato a Cattinara, in attesa di essere sottoposto ad intervento chirurgico. Ai fini di una ricostruzione più dettagliata e chiarificatrice si attendono gli esiti degli accertamenti tecnici della Polizia scientifica di Padova prontamente intervenuta. In serata il magistrato di turno ed il Procuratore dopo che il primo in Questura aveva sentito il fratello del pluriomicida, si sono recati in ospedale per interrogare l’indagato che allo stato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dunque i magistrati lo hanno dichiarato alle ore 23 in stato di fermo.  Si resta in attesa delle determinazioni del Gip sulla convalida del fermo e sulla richiesta di custodia cautelare in via di redazione.
 
 
 
Ultimo aggiornamento: 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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