Accusato di duplice omicidio, imprenditore bloccato in A4 a Duino e arrestato

Sabato 6 Agosto 2022 di E.B.
Imprenditore arrestato, è accusato di duplice omicidio

TRIESTE - Un imprenditore foggiano è stato fermato dalla squadra mobile di Foggia e di Roma (coadiuvate da quella di Trieste) a Duino: è accusato di aver commesso un duplice omicidio a Nettuno (Roma) il 2 marzo di quest'anno nei confronti di Antonello Francavilla e del figlio minorenne.  Francavilla e il figlio sono stati uccisi da numerosi colpi di arma da fuoco all'interno della loro abitazione in via Greccio 14, dove lo stesso era sottoposto agli arresti domiciliari. L'uomo è stato rintracciato a bordo di un mezzo sull'autostrada A4 Torino-Trieste, all'altezza dello svincolo di Duino. Ulteriori indizi probatori sono emersi dagli sviluppi investigativi di un successivo procedimento instaurato presso la Dda del capoluogo pugliese, relativo alla pianificazione dell’omicidio dell’imprenditore ad opera di sette soggetti - tra i quali un esponente di primissimo piano della consorteria mafiosa Sinesi-Francavilla - componenti un commando determinato ad uccidere la vittima designata.

Nei loro confronti lo scorso 21 luglio, la squadra Mobile di Foggia ha eseguito un provvedimento di fermo disposto dalla Dda di Bari – poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, competente per la procedura di convalida - che ha altresì emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa. Movente del delitto sarebbe la mancata restituzione di un’elevata somma di denaro a Francavilla, prestata all'imprenditore. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trieste, a seguito di convalida del fermo, richiesta dalla Procura del capoluogo competente per territorio, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere.  Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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