Luca Zaia in diretta oggi. Pressione sugli ospedali. Assembramenti per shopping e aperitivi: «Spettacolo immondo». Nuove restrizioni: la base di partenza sono i divieti nei festivi e prefestivi

Lunedì 14 Dicembre 2020 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta oggi: tutti gli aggiornamenti sul Covid in Veneto
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Luca Zaia in diretta oggi, lunedì 14 dicembre 2020, dalla sede della Protezione Civile di Marghera per fare il punto sulla pandemia da Coronavirus in Veneto. Gli occhi di tutta Italia sono puntati sulla nostra regione, dove i contagi crescono in maniera sostenuta e la conta dei morti da Covid non si ferma. Così come la pressione ospedaliera «che si fa sentire», ha confermato oggi Zaia. Certo, la mole di tamponi fatti, fra test molecolari e rapidi, è mastodontica, tuttavia il virus circola fra la popolazione nella regione, da sempre "gialla", e le scene che si sono viste lo scorso fine settimana, con i centri stipati di persone e il pericolo assembramenti altissimo - «uno spettacolo immondo», ha commentato il presidente del Veneto -, non fanno ben sperare, tant'è che il governatore ha convocato i sindaci per fare il punto, e l'ipotesi di una serie di restrizioni in arrivo non sembra essere tanto peregrina.

La moral suasion sembra aver fallito, «ci sono cittadini che non sono tali, sono utenti che hanno bisogno di regole», ha sottolineato Zaia amareggiato.

E proprio per questo ha confermato che in Veneto si sta studiando un piano di nuove norme, divieti che avranno come base «le restrizioni nei festivi e prefestivi», ossia le regole allo studio da parte del Governo.

In tutto questo, però, emerge anche una buona notizia: dalla prima metà di gennaio in Veneto inizierà la campagna vaccinale, sono 184mila le dosi richieste dalla Regione a Roma per il primo lotto di somministrazioni ed entro giugno, secondo le previsioni, le tre tranche di vaccinazione dei cittadini dovrebbero essere completate.

 

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Oltre tre milioni di tamponi molecolari fatti, oltre un milione e 300mila test rapidi eseguiti, positivi da inizio pandemia 193mila 470 (2.829 nelle ultime 24 ore), sono 92.528 attualmente positivi, persone morte da inizio epidemia sono 4.827 (+26), sono invece 3.267 le persone ricoverate: 2.894 in area non critica (+36) 373 in terapia intensiva (+4).

Pressione ospedaliera

Riunione questa mattina con il comintato di crisi Covid e i direttori generali delle Ulss, come tutti i giorni. «La crescita dei ricoveri sta rallentando, non la definirei una direzione ma un timido rallentamento - ha affermato Zaia -. Detto questo la pressione sanitaria è importante: il picco di terapie intensive è stato di 356 il 31 marzo, oggi sono 373 (+207 terapie intensive non Covid che vanno sommate), il picco di ricoverati il 1 aprile è stato di 2.028 e oggi sono 3.267 - possiamo dire che con circa 500 posti letto occupati in terapia intensiva in Veneto sono più o meno come marzo ma i ricoveri in area non critica sono un terzo in più rispetto a marzo». La situazione resta sotto controllo, assicura il governatore, ma non deve essere sottovalutata.

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Emergenza assembramenti

«La situazione è di un assembramento che oramai è continuo - ha commentato il presidente del Veneto -, io l'ho detto moltissime volte, al punto tale che regioni con aree o fasce diverse dalla nostra hanno ripreso la crescita dei contagi. A conferma che il bacino più pesantemente toccato dal Covid resta il nostro. La partita degli assembramenti è la vera partita, lo spettacolo immondo di quello che è accaduto nel fine settimana nonostante Covid e crisi e pericolo contagio è vergognoso. Le città sono state letteralmente prese d'assalto. Quando il sindaco di Treviso si vede costretto a chiudere il corso principale della città, o piazza Ferretto a Mestre, a Verona, a Padova, capite che è difficile vincere una battaglia senza la collaborazione dei cittadini». «Il divieto degli assembramenti non è per Dpcm, ma per una legge del 16 maggio scorso. Dovremmo fare un'ordinanza che impone questa legge?».

Nuove restrizioni

Oggi alle 14.30 ci incontreremo, sentirò le loro idee, di certo qualcosa si dovrà fare ma è una sconfitta dal punto di vista comunitario, il buonsenso non è catalogabile con una legge.

Allo studio, nell'incontro, nuove norme e restrizioni. «La base sono le restrizioni nei festivi e prefestivi» - ossia il tema sul quale sta lavorando adesso il Governo - ha affermato Zaia, da qui quindi il Veneto partirà per delineare una nuova strategia per limitare gli assembramenti. Occorre regolamenteare ogni singola azione dei cittadini? Per assurdo sembra proprio di sì: «La chiusura dei negozi la domenica dovrebbe prevedere anche una norma per vietare le passeggiate perché oramai si ragiona così: è cambiato lo spirito, non c'è più lo spirito di marzo, si sta verificando quello che dicevo, che l'idea è che il Covid sia un problema di chi è in ospedale», ha detto con amarezza Zaia.

«Mi pare che una quota di popolazione deleghi il benessere collettivo alle autorità: il contagio si diffonde grazie agli assembramenti, a condizioni di poco distanziamento o mancanza di dispositivi. Immondo e vomitevole che ci sia una cultura strisciante per la quale questo viene percepito come "il virus dei vecchi"».

Ristori

Oggi la Germania ha deciso il lockdown da Natale a gennaio, ovviamente la Germania ha messo in campo il tema dei ristori. Perché in questo Paese, il nostro, se ci fosse la certezza dei ristori il dialogo sarebbe possibile, arrivassimo anche al 60%, senza fare il 90% alla tedesca. Oggi con i sindaci discuteremo e verremo fuori con una soluzione per capire cosa fare, fermo restando che anche a livello nazionale qualcosa si farà. Ieri ho sentito il ministro della Salute Speranza e la situazione è che i numeri stanno ricominciando a muoversi ovunque.

Spostamenti

Cade la battaglia delle Regioni pro spostamenti nei giorni di festa? «Quando abbiamo contestato la storia degli spostamenti 25, 26 e 1 gennaio non era di merito, non eravamo contro le restrizioni, ma riguardava la questione territoriale delle metropoli e delle grandi città che, non patendo dei confini comunali, non avrebbero sentito la norma, viceversa i piccoli comuni sì».

Vaccini

I vaccini, «noi siamo pronti ma vi ricordo che l'immunità, per chi lo fa, ci sarà ad aprile contando le due dosi da somministrare, non si pensi "adesso arriva il vaccino, siamo a posto". E ricordiamoci di portare la mascherina, fermo restando che la mascherina protegge dai "proiettili" e non dalle "cannonate"», ha ammonito ancora Zaia.

Da gennaio si vaccina in Veneto

Il vaccino, conservato a -80 gradi, sarà anche presidiato dall'esercito. L'assessore alla Sanità veneta Manuela Lanzarin ha affermato che entro la prima metà di gennaio arriveranno le prime dosi del vaccino contro il Covid in Veneto e si inizierà a vaccinare il primo comparto con il primo lotto di 177mila dosi, «ma abbiamo aumentato il numero a 184mila dosi perché abbiamo inserito anche la Sanità privata (questa è la richiesta fatta dal Veneto). Ci è stato chiesto di avere entro fine settimana una pre adesione di chi si farà il vaccino, ma è pressoché impossibile, il commissario si è comunque impegnato a inviare un bugiardino con le indicazioni sul vaccino Pfizer da distribuire per informare i candidati al vaccino. Le fasi di vaccinazioni saranno trimestrali e saranno tre: per giugno il commissario pensa di aver completato la vaccinazione complessiva su base volontaria. In questa prima fase la vaccinazione sarà con personale sanitario nostro che somministra il siero. Vaccini stoccati nei sette hub provinciali e poi distribuiti». 

Veneto ancora in zona gialla?

Le accuse al Veneto arrivano da molte parti, «la situazione sanitaria è sotto controllo», assicura Zaia. Ma il presidente risponde: «Le situazioni di pressione le ho sempre dette, non è una passeggiata con oltre 3mila pazienti ricoverati. I nostri operatori stanno facendo un lavoro ciclopico. Per quanto riguarda le definizioni di area gialla, arancione, rossa, sta diventando una polemica quotidiana, ne prendiamo atto, ma se così fosse vorrebbe dire che l'algoritmo dell'Istituto Superiore della Sanità è sbagliato».

«Il Veneto ha avuto la zona gialla secondo i parametri del protocollo nazionale che tiene conto di molti fattori. Per andare in area arancione dobbiamo avere Rt superiore a 1,25 e noi non lo abbiamo mai avuto. Dovremo vedere ora come fare per limitare le folle, perché prima viene la salute, come ho sempre detto. Le misure più restrittive e innovative sono sempre state prese da questa Regione, lo ricordo».

Contagi a scuola

«La scuola deve essere in presenza, ma in un quadro epidemiologico sicuro» - ha affermato Zaia. Ma come funziona nelle scuole, quali sono i protocolli da seguire in caso di un bambino positivo? Quando devono essere tamponati tutti i bambini? Quando scatta la didattica a distanza? Risponde la dottoressa Francesca Russo: «Il protocollo non è stato modificato, con un caso positivo viene fatot il tampone ai compagni di classe, se ci sono altri positivi nella classe significa che il contagio si diffonde per cui i bambini vanno mandati a casa. Se invece non ci sono altri positivi i bambini restano in classe con la mascherina».

Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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