Luca Zaia in diretta: «Misure restrittive e Veneto rosso: servono dati uniformi per giudicare le regioni». Test rapidi: sperimentazione su un tipo che dà risultati in 3 minuti

Lunedì 11 Gennaio 2021 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta oggi
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Luca Zaia in diretta oggi, lunedì 11 gennaio 2021. Tutte le novità sul Coronavirus in Veneto e le misure per contrastare la pandemia. Le restrizioni, secondo l'immunologa di Padova Antonella Viola saranno utili per cambiare rotta. Intanto il Veneto sta trascorrendo i giorni in zona arancione, nell'attesa delle decisioni di Roma sul nuovo Dpcm e i criteri da adottare per stabilire le fasce, l'incontro fra Regioni, Comuni e Governo si è svolto questa mattina. Intanto la pandemia in Veneto sembra dare qualche segno di cendimento, i contagi fino a ieri sono stati in leggero calo ma, come ha sempre ribadito il governatore, questi segnali devono diventare una direzione.

Ma il problema, come sottolineato dal presidente e dal dottor Flor, sono i comportamenti dei cittadini: la Sanità veneta risponde all'emergenza, ma, ha spiegato Zaia, «quando passeggio vedo persone senza mascherina o che la portano male», e ancora Flor, «serve rigore nel comportamento individuale, non dovremmo aspettare la zona rossa».

Incontro con il Governo

Incontro con il Governo, oggi Zaia ha commentato così la riunione: «Con il Governo abbiamo discusso, ma siamo ancora nella fase del riscaldamento a bordo campo per il nuovo Dpcm». Lo ha reso noto il presidente del Veneto. «Abbiamo parlato - ha aggiunto - sui temi delle classificazioni, da tutti i colleghi si è chiesto che la strategia sia di una voce univoca sulle misure. L'Iss decide la colorazione dell'area, ma non è possibile che un attimo dopo vi sia dibattito su tutto. C'è chi vuole il lockdown, chi la zona gialla, chi le scuole aperte, chi le vuole chiuse, ma ci vuole un punto di sintesi scientifico», ha concluso. In buona sostanza sembra proprio - salvo colpi di scena - che il criterio dell'incidenza dei positivi (che avrebbe portato il Veneto automaticamente in zona rossa) sia stata esclusa dai parametri per giudicare le regioni, lo avrebbe confermato lo stesso ministro Speranza.

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Tamponi molecolari fatti oltre 3milioni 400mila, oltre 2milioni 104mila test rapidi. 17.015 nuovi positivi nelle 24 ore (8% di incidenza), attualmente positivi di oggi 87.540, ricoverati 3383 (terapie intensive 389, 2994 area non critica), oggi 38 nuove vittime nelle 24 ore.

Covid in Veneto

«C'è una timida tendenza da 5 giorni di calo, sia in terapia intensiva che in area non critica - ha commentato Zaia -. Dobbiamo fare attenzione e non abbassare la guardia per non buttare via tutto il lavoro fatto: evitiamo di andare in luoghi di assembramento o incontri se non strettamente necessario».

Incidenza dei positivi

«C'è stata una riunione importante con il governo questa mattina, per il nuovo Dpcm del 15 gennaio. Abbiamo parlato delle classificazioni delle regioni e deve esserci una voce univoca sui dati e i parametri. Serve un punto di sintesi scientifico. Abbiamo parlato anche dell'incidenza dei positivi, ma questo è un fatto scientifico ma funziona se tutte le regioni fanno la stessa percentuale di tamponi sulla stessa fascia di popolazione. Perché altrimenti è normale che i nostri positivi con i tamponi fatti determinino un'incidenza maggiore», ha spiegato Zaia.  «Se andiamo a pesca uno con la canna e l'altro con la rete a strascico, e lui ne prende di più, vuo, dire che il suo mare è più pescoso? No. Stiamo facendo lo stesso ragionamento. se poi vediamo la percentuale di positivi sul totale dei tamponi, oggi siamo all'8%, e la media nazionale è del 15».

Calano i ricoveri

Ospite oggi il dottor Luciano Flor, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera: «Dal 31 dicembre terapie intensive in calo costante. Stamani abbiamo 96 letti liberi nelle terapie intensive, è un dato importante che mostra che "non siamo messi male". Abbiamo circa 50 ricoveri in meno al giorno anche nelle terapie ordinarie. Chiaramente il numero di positivi che troviamo è direttamente proporzionale al numero di tamponi fatti, e moltissimi positivi trovati non hanno bisogno di ospedalizzazione». I negativizzati: «Noi abbiamo 2900 malati in terapia ordinaria e di questi 350 sono negativizzati, stesso discorso vale per la terapia intensiva dove su 389 ricoverati 90 pazienti sono negativizzati».

Cittadini "indisciplinati"

«La seconda ondata Covid non può essere paragonata alla prima ondata - ha spiegato Flor -. Oggi tuttavia non abbiamo il rigore che avevamo a marzo e il virus è aggressivo, le restrizioni ci sono. Ci sono regioni che hanno avuto situazioni molto peggiori alle nostre, il Veneto non ha sperimentato queste situazioni. Il Covid c'è e abbiamo ancora posizioni che non ammettono la gravità della situazione. Noi misuriamo, monitoriamo, facciamo test, contact tracing, curiamo, su tutto questo il servizio sanitario veneto non può essere messo in discussione, allora forse dobbiamo essere onesti e guardare al comportamento dei cittadini. Serve rigore nel comportamento individuale, non dovremmo aspettare la zona rossa».

Zona arancione, la richiesta è partita dal Veneto? «Se il comunicare i dati viene preso come una richiesta di classificazione allora capiamo che il nesso è irreale», ha commentato Flor in merito alla lettera inviata alla cabina di regia nazionale sulla situazione Covid in Veneto.


Caso Crisanti

Il caso Crisanti e la polemica sull'efficacia dei test rapidi, la replica è affidata sempre al dottor Flor: «Quando si conduce uno studio ci sono dinamiche da seguire, poi la pubblicazione su una rivista scientifica rende pubblico lo studio. Io non ho visto questo studio, l'ho chiesto ma non c'è. Si trattava di un approfondimento diagnostico di routine della clinica», ha detto il medico.

Morti in Veneto, per Crisanti i conti non tornano con i delta delle cliniche. «Non è che di Covid si muoia solo in terapia intensiva, anche nei reparti di malattie infettive - ha replicato il dottor Flor -, in casa di riposo, a domicilio, non capisco quale dato non torni». 



Tamponi molecolari e test rapidi



«Senza i tamponi rapidi non avremmo avuto quei dati in più che abbiamo potuto valutare. Noi siamo stati i primi ad utilizzarli e i test si sono sviluppati e sono diventati più performanti: ma avremmo avuto molte più persone che giravano e non avremmo saputo che erano positive. L'alternativa era lo zero, inoltre adesso abbiamo una circolare del Ministero che spiega esattamente quando e come utilizzarli», ha ribadito ancora il dottor Flor.

Il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle microbiologie del Veneto, è intervenuto in diretta sulla vicenda dei tamponi molecolari e dei test rapidi: «Vi parlo di due documenti, il primo prodotto dall'associazione microbiologi italiani che è uscito il 4 gennaio 2021 e dice che la biologia molecolare è lo standard per la diagnostica ma non può essere test di screening, e inoltre distingue i test antigenici rapidi, di prima, seconda, terza generazione (non sono tutti valutabili allo stesso modo), inoltre inizia a dare le linee guida per eseguire i test. Questo documento è stato citato nella circolare del Ministero della Salute sui test e la diagnostica per il Covid-19». Cosa dice questo documento? «Non utilizzate sistemi che cerchino solo la proteina S dello Spike perché la biologia molecolare potrebbe fallire. La seconda cosa è la classificazione dei test antigenici. In sintesi anche il documento del Ministero conferma che quello che facciamo in Veneto come diagnostica sia assolutamente in linea con le indicazioni, anzi, le abbiamo anticipate».

Test rapidi: risposta in 3 minuti

Ora stiamo testando un test rapidissimo con risposta in tre minuti, ed è di terza generazione», ha affermato Rigoli. «Meglio fare test frequenti che puntare sulla loro sensibilità - ha commentato Rigoli - lo stiamo imparando. Se arrivano questi test a 3 minuti li metteremo ovunque, la biologia molecolare dà risultati in 24 ore, non basta». «Abbiamo preso già più di 300 strumenti di terza generazione, abbiamo già iniziato ad utilizzarli». «Siamo anche passati dal rino faringeo al nasale e la sensibilità è aumentata di due punti»: questo per spiegare come si stia cambiando e si stia sviluppando la raccolta dell'antigene. «Lo studio sui test salivari dell'Università di Padova sta dando ottimi risultati e sta andando avanti. Il confronto fra noi medici su questi test è fondamentale, non dobbiamo fare polemiche ma mettere i dati sul tavolo e confrontarci».  

Anche la dottoressa Francesca Russocapo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto, è intervenuta in diretta in merito ai test rapidi e tamponi. «Nella circolare viene revisionata la definizione di caso: criterio clinico (sintomi del paziente), criterio epidemiologico (situazione all'interno della quale si trova il soggetto), il dato di laboratorio (che conferma il caso). Quest'ultimo dato includeva il test molecolare. Adesso il test può essere confermato con il tampone molecolare o un test rapido di terza generazione antigenico: sono considerati equivalenti. Nei casi di alta circolazione del virus il tampone rapido positivo conferma la positività al Covid. Adesso la circolare ci dice che anche tutti i tamponi rapidi possono essere considerati utili per individuare i casi positivi con la finalità di sanità pubblica».


Variante inglese

«Sulla variante inglese gli unici dati pubblicati sono quelli inglesi e del Veneto, se qualcuno ha dati li pubblichi». La risposta del dottor Flor si riferisce alla polemica sull'incremento di conagi in Veneto, attribuita alla presenza della variante inglese, più contagiosa. «La variante sul nostro territorio è stata certificata dagli studi dell'Istituto Zooprofilattico».

​Situazione in Veneto grave per colpa della variante inglese? «Sequenziazioni del virus in Italia ce ne sono poche, siamo tra i fanalini di coda. Io non so se alcune sequenziazioni fatte qualcuno se le tiene nei laboratori italiani oppure se nessuno abbia fatto i lavori. Noi con l'Istituto Zooprofilattico ha e sta sequenziando. Su 5 tamponi 3 sono stati trovati positivi alla variante inglese. Ho detto che una delle cause e condizioni della diffusione del Covid in Veneto potrebbe essere questa, ma è una delle condizioni». Ha spiegato Zaia. Noi abbiamo la sequenziazione di 8 mutazioni e 2 sono prettamente venete, una è quella inglese. Di certo noi abbiamo un tasso di ospedalizzazione più forte rispetto alla prima fase e stiamo curando tutti. Ma chiunque abbia la soluzione nel mondo scientifico ci mandi una relazione firmata e ci dica cosa fare, perché ogni giorno qualcuno dice qualcosa di diverso, e qui non è ancora arrivato niente».

Veneto zona rossa?

«Mi sembra logico che i parametri per valutare le regioni siano uguali per tutti, oggi al tavolo questo è stato chiaro, lo stesso ministro Speranza ha esordito oggi sottolineando questo punto - ha commentato il governatore Zaia -. Il numero assoluto è un dato che non si deve mai prendere per valutare. «Il ministro, e anche noi - ha aggiunto - abbiamo concordato sul fatto che l'incidenza dei positivi è un fatto scientifico, ma funziona se tutte le Regioni fanno tamponi nella stessa percentuale sulla popolazione. Non si può paragonare chi come noi ne fa 60 mila al giorno con chi ne fa 400. È difficile allineare dati così. Forse qualcuno si è spinto avanti con le dichiarazioni, ora farà marcia indietro», ha concluso. «Il Veneto ha i suoi problemi ma questa faccenda dei numeri è una farsa: certo, facciamo i tamponi e troviamo i casi». «Il Veneto avrà le restrizioni che dovrà avere rispetto all'andamento dell'epidemia, ma guardiamo ad esempio la situazione degli ospedali: ci sono 5 regioni che hanno una condizione peggiore della nostra», ha sottolineato Zaia.

Misure nazionali o regionali?

«La visione nazionale del fattore di rischio Covid deve essere decisa a livello nazionale. Il Governo e l'Istituto Superiore della Sanità hanno gli elementi per valutare se servano misure nazionali o regionali. Saranno loro a valutare, capire e decidere. Ricordate che la Merkel ha detto che il peggio deve ancora arrivare». Ha affermato Zaia durante la diretta. 

Donazzan e Faccetta nera

Il caso Donazzan e Faccetta Nera su Radio 24: scoppia la bufera e partono le richieste di dimissioni dell'assessore veneto all'Istruzione o revoca delle deleghe. «Ho letto qualche agenzia, mi pare che abbia partecipato a una trasmissione informale che fa satira, l'assessore si deve scusare e credo che abbia già provveduto o lo farà - ha precisato Zaia -. Faccetta nera riprende un periodo buio della nostra storia e capisco che molti si siano sentiti urtati. Prendo atto di queste richieste, ma ne ho tutti i giorni di richieste di questo tipo...».

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Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 14:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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