Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia torna in diretta oggi, 26 dicembre, per gli aggiornamenti sulla pandemia da Coronavirus sul nostro territorio. Dopo la pausa nel giorno di Natale il governatore presenta i nuovi dati sul contagio e le vittime, nell'attesa del giorno delle prime vaccinazioni anti-Covid, il v-day di domenica 27 dicembre (come funziona il Veneto - LEGGI QUI). Intanto è stato firmato un accordo e da gennaio nelle farmacie del Veneto sarà possibile eseguire, con personale specializzato, i test rapidi, per un costo di 26 euro a paziente (Leggi l'articolo).
Ma l'argomento della giornata è annunciato immediatamente da Zaia: la vigilia di Natale in Veneto è stata trovata la variante inglese del Covid. Tre casi, due a Treviso e uno a Vicenza. Ma non solo, sono state scoperte anche due mutazioni venete, tipiche del nostro territorio e non presenti nel resto d'Italia.
Zaia in diretta oggi
Il bollettino
Positivi 237.315 positivi da inizio pandemia, nelle ultime 24 ore +2523 nuovi contagi, oggi 88842 positivi al Covid, 3275 i ricoverati (389 in terapia intensiva, 2886 in area non critica), 5986 i decessi.
Variante inglese in Veneto
La dottoressa Antonia Ricci, direttore Istituto zooprofilattico delle Venezie, oggi ospite della conferenza stampa di Luca Zaia. «Hanno trovato il virus inglese in Veneto»: questo l'annuncio del governatore. «Abbiamo scientificamente dimostrato che il virus estivo non c'entrava niente con quello della prima ondata e nemmeno con quello che circola adesso (GUARDA IL VIDEO).
La vigilia di Natale gli studiosi e i ricercatori hanno lavorato e scoperto che la variante inglese è presente anche nella nostra regione. Ma non solo, sono state sequenziate anche due "varianti venete", non presenti nel resto d'Italia. «Il lavoro di oggi è il risultato di un progetto della Regione che ha l'obiettivo di sequenziare il virus trovato in Veneto - ha spiegato la dottoressa Ricci -, seguiamo il virus in corso di epidemia». I primissimi risultati dello studio sono stati presentati in diretta: «Ci sono 37 virus isolati in Veneto a Novembre, in questi abbiamo 8 diverse varianti del Sars Covid 2, non la variante inglese in quel mese, ma alcune mutazioni che abbiamo riscontrato sono presenti solo sul nostro territorio. In questi ultimi giorni abbiamo avuto 5 campioni da pazienti che avevano collegamenti con il Regno Unito, quindi sospetti di essere portatori di questa variante».
per la variante inglese del Coronavirus si tratta di due soggetti a Treviso e uno a Vicenza, risultati positivi. «Stiamo avendo a che fare, oggi, con tipi di virus completamente diversi rispetto a questa estate: hanno una mutazione che lo rendono più contagioso, quello della variante inglese, inoltre, come detto, in Veneto abbiamo trovato singole varianti caratterizzate da alta contagiosità. Dovremo approfondire meglio queste varianti "territoriali" - ha insistito la dottoressa Ricci - . Il virus di questa estate non è collegato alla seconda ondata, secondo i primi riscontri». «E' importante caratterizzare questi virus per seguirne l'andamento, noi abbiamo questo obiettivo, per capire l'andamento dell'epidemia e mettere in campo azioni efficaci. E' fondamentale mettere a disposizione di tutti le informazioni scientifiche sulle varianti, non tenerle nel cassetto».
Come viene identificata la variante inglese? «Abbiamo messo a punto test mirati che identificano il tratto genetico caratterizzato dalle mutazioni tipiche della variante inglese e poi sequenziamo il tratto specifico, per avere conferma al 100% poi sequenziamo l'intero genoma, e lo stiamo facendo in questi giorni».
I tre pazienti positivi
Sono rientrati dalla Gran Bretagna, avevano un po' di febbre e senso di affaticamento, tranne uno hanno tutti meno di 40 anni. Hanno quindi fatto il test rapido e sono risultati positivi, sono due donne e un uomo, 2 di Treviso e 1 di Vicenza, non sono in contatto fra loro. Sono stati messi subito in isolamento, sono stati fatti i tamponi dei contatti, tutti negativi tranne un familiare che presenta al momento solo febbre.
La variante inglese ha influito sulla diffusione del contagio in Veneto? «Ad oggi abbiamo pochissime informazioni, tre casi non possono essere la spiegazione di un'epidemia di questo tipo, inoltre i casi sono recenti. Dobbiamo approfondire le indagini e analizzare un alto numero di campioni, in casi particolari come quello di Asolo, dove il contagio è stato rapido e importante, ma per adesso sono solo supposizioni - ha spiegato ancora la dottoressa Ricci -. Altre varianti, ancora più tipiche del nostro territorio, verranno studiate per capire se possano spiegare l'andamento del contagio in Veneto». «Non ci sono evidenze che la variante inglese non risponda al vaccino, per adesso è evidente solo la elevata contagiosità: mascherina e distanziamento diventano ancora più essenziali».
Le due varianti venete
«Nelle ultime settimane in 37 casi analizzati abbiamo trovato 8 genotipi diversi e 2 sembrano essere tipici del Veneto, trovati qui e non nel resto d'Italia», ha spiegato ancora la dottoressa Ricci.
In conferenza è intervenuto anche il dottor Roberto Rigoli, direttore dell'unità di microbiologia e virologia di Treviso: «O si lavora di squadra oppure non si va da nessuna parte, questa è la dimostrazione di questo fatto. I campioni arrivano ogni mese a partire da febbraio, approfondiremo gli studi: una parte verrà inviato all'Istituto, una decina al mese per ogni Ulss veneta, per sequenziare il virus. Tutti i pazienti identificati con la variante inglese hanno fatto il tampone antigenico, il test rapido, che ha funzionato per tutti i pazienti: quindi questo tipo di test funziona anche per la variante inglese. Quello che abbiamo fatto servirà moltissimo a livello italiano e internazionale, i dati sono stati messi in trasparenza, disponibili per tutti, dobbiamo continuare così». «Quest'estate abbiamo trovato soggetti con carica virale alta, come ad esempio nell'ex caserma Serena, ma asintomatici. Sempre in estate nelle Rsa avevamo pazienti con carica virale elevata ma senza complicanze, già allora abbiamo pensato che fosse una variante del virus: abbiamo quindi messo in piedi questa rete per controllare e sequenziare il virus, anche retroattivamente con i campioni dei mesi passati, se poi riusciamo ad identificare bene il virus, possiamo capire quali siano le varianti più o meno pericolose».
La dottoressa Francesca Russo, responsabile Prevenzione della Regione Veneto, ha annunciato: «Ho preparato una nota per il Ministero dove scrivo che abbiamo individuato due donne e un uomo positivi alla variante, provenienti dal Regno Unito, abbiamo un caso secondario che sequenzieremo per sapere se si tratti dello stesso virus, si tratta di un contatto familiare».
Il dottor Luciano Flor, attuale Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, nuovo Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto, ha commentato: «Si tratta di un virus diverso, ecco perché oggi abbiamo pochi casi nelle terapie intensive, e questa risposta l'abbiamo grazie agli studi che abbiamo fatto. Sappiamo che questa ondata è particolarmente epidemica, possiamo adottare varie misure, la quarantena o gli studi sofisticati come questo, ma nulla può sostituire il comportamento individuale che deve essere rigoroso».
Vaccini, domani v-day anche in Veneto
«I vaccini arrivano alle 8 di mattina a Padova, dalle 12 inizieremo a vaccinare, sono 875 dosi. Poi spero arrivino in maniera copiosa le dosi per il resto della popolazione», ha spiegato Zaia. Il vaccino, ricorda il governatore, sarà volontario. «Scriveremo a casa a tutti i cittadini», ha annunciato ancora il presidente, «ognuno deciderà cosa fare, deve essere una scelta responsabile, ma negli ospedali scriveremo "vaccinato" o "non vaccinato", sarà utile dal punto di vista clinico, e servità anche un passaporto sanitario». La dottoressa Francesca Russo sottolinea: «Sedi e modalità per la campagna di vaccinazione sono state individuate dalle Ulss, tutto è pronto e pianificato, ogni vaccinazione viene registrata, secondo le prassi di ogni vaccinazione e la persona che riceve la prima dose prenota subito la seconda, dopodiché verrà rilasciato un certificato di vaccinazione. Se poi il ministero ci darà un format per l'estero o altre situazioni, ancora non lo sappiamo».