VALDOBBIADENE - «Il Dna è una prova non un semplice indizio»: con questa motivazione il giudice di Bergamo ha disposto la custodia in carcere di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino della 13enne Yara Gambirasio. Una decisione basata su una sentenza della Cassazione, legata a un omicidio avvenuto nel 1999 a Valdobbiadene, che ha fatto giurisprudenza. Il riferimento è al caso Rizzetto, l'uomo che nell'agosto del 1999 uccise l'amante della moglie a colpi di roncola. Fondamentale per inchiodarlo fu il mix di tracce ematiche dell'assassino e della vittima rinvenute sullo zerbino dell'abitazione.
Ultimo aggiornamento: 18:28
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