Lo Iov abolisce Whatsapp: stop alle comunicazioni di lavoro via chat

Mercoledì 27 Novembre 2019 di Mauro Favaro
Lo Iov abolisce Whatsapp: stop alle comunicazioni di lavoro via chat
1
CASTELFRANCO (TREVISO) - Stop alle comunicazioni di lavoro inviate ai dipendenti dell'ospedale attraverso i social network e le app di messaggistica istantanea, come WhatsApp e Telegram. L'istituto oncologico veneto le ha messe al bando. E adesso la Fp-Cgil di Treviso chiede che l'Usl della Marca faccia altrettanto, seguendo il solco tracciato proprio dallo Iov. D'ora in poi gli ordini di servizio inviati dall'Istituto oncologico veneto, cioè le indicazioni sulle attività, seguiranno solo ed esclusivamente i canali ufficiali. Ci saranno messaggi di posta elettronica con oggetto, numero di protocollo ed estremi delle persone coinvolte. Non più semplici messaggi, che venivano spediti anche di notte e nei giorni festivi. Era stato proprio il sindacato a sollevare la questione per quanto riguarda le comunicazioni interne alla base di Castelfranco. E la settimana scorsa la direzione generale dello Iov ha firmato la circolare che i rappresentanti sindacali si aspettavano.
 
POSIZIONE NETTA«L'uso dei social network e dei servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp e Telegram non è da considerarsi uno strumento di comunicazione ufficiale» hanno messo nero su bianco nell'istituto diretto da Giorgio Roberti, già direttore generale dell'ex Usl del capoluogo. Una presa di posizione netta che viene applaudita dallo stesso sindacato. Che ora rilancia chiedendo all'Usl della Marca di mettere a sua volta al bando le comunicazioni di servizio rivolte ai dipendenti degli ospedali della provincia inviate attraverso i social network e le app di messaggi. «Avevamo segnalato da tempo che troppe comunicazioni ufficiali avvenivano utilizzando gruppi di comunicazione sui social network o servizi di messaggistica istantanea, a tutte le ore del giorno e anche nei festivi -spiega Sara Tommasin della Fp-Cgil di Treviso- era un'abitudine non corretta. Proprio per questo avevamo specificato che ordini di servizio e direttive ufficiali devono passare tramite un canale istituzionale, con oggetto, indirizzo, estremi dei soggetti e protocollo».
OBIETTIVO RAGGIUNTOL'obiettivo non è quello di ingessare le comunicazioni all'interno della macchina della sanità. Il sindacato è il primo a evidenziarlo. «É ovvio che un gruppo limitato di persone, internamente, per comodità, può comunicare tramite certi strumenti» sottolinea la sindacalista. Questo, però, non vuol dire che si possa ricorrere sistematicamente a messaggini sui social network e sulle App. Anche perché gli ordini di servizio prevedono delle responsabilità. Per questo la Cgil ha chiesto che resti una traccia di quanto indicato ai dipendenti. «Oltre alla comodità, le direttive ufficiali devono avere un canale altrettanto ufficiale -tira le fila Tommasin- ecco perché siamo soddisfatti della decisione presa dalla direzione dell'Istituto oncologico veneto, sia per quanto riguarda Padova che Castelfranco. Ed ecco perché ora abbiamo chiesto all'Usl della Marca di fare altrettanto».
SEMPRE PIU' IMPONENTENell'ospedale di Castelfranco, lo Iov si sta via via allargando. Alla fine conterà 17 primariati. L'Usl ne manterrà cinque. Lo Iov, precisamente, avrà a disposizione sei piani su dodici (il 13. ospita gli impianti tecnici): uno per i poliambulatori, quattro per le degenze e uno per gli studi medici. L'ultimo passo sarà compiuto con la costruzione dei bunker per il settore della Radioterapia. A riguardo sono già stati stanziati 7,3 milioni di euro. Di pari passo, verranno uniformati i sistemi informatici dell'istituto oncologico veneto e dell'Usl in modo da creare un centro di prenotazione unico per tutto l'ospedale, senza distinzioni in base alla gestione dei servizi. 
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci