Cristina e lo stesso dolore di Giorgia Soleri: «Grazie ai Maneskin la vulvodinia non è più un tabù»

Domenica 17 Luglio 2022 di Elena Filini
Cristina Tronchin

TREVISO - Cristina che sta male. Cristina che si sente stanca. Cristina fuori uso quindici giorni al mese. Per venticinque anni. E una malattia che fino ad un certo punto non ha un nome. E per molti non esiste se non nella sua testa. Invece c'è, eccome. Ci voleva Giorgia Soleri per chiarirlo a tutti: si chiama vulvodinia. «Sono felice che finalmente se ne parli apertamente e sono felice che quando ne parlo, da qualche mese a questa parte, mi si chieda è la stessa malattia della fidanzata di Damiano dei Maneskin?». Perché questa domanda significa che Giorgia Soleri ha fatto centro: portando la sua testimonianza è riuscita ad entrare nella mente delle persone. E ha fatto centro pure Damiano perché le è rimasto accanto capendo, accettando e supportando». Il 1 giugno 2022 è una data destinata a rimanere scolpita nel suo calendario: Cristina Tronchin a 37 anni affronta un capitolo decisivo della sua vita: l' intervento definitivo per debellare adenomiosi ed endometriosi all'ospedale Sacro Cuore don Calabria di Negrar. Un'operazione radicale e irreversibile, che le precluderà la possibilità di altri figli. «A 37 anni, dopo venticinque di dolore, scelgo di stare bene».

Oggi questo termine si sente spesso citare. Ma che cosa provoca davvero questa malattia?
«Adenomiosi ed endometriosi sono due sorelle bastarde in cui l'endometrio, una parte del tessuto interno dell'utero, va in giro a far danni in posti in cui non dovrebbe esserci.

Da qui il dolore costante».

Ma l'endometriosi non è una malattia di oggi
«All'epoca di mia nonna non si conosceva l'endometriosi: anche lei come mia madre stava sempre male, ognuna di noi si è tenuta i dolori, tamponando con dosi costanti di analgesici e antinfiammatori. Io giocavo a rugby e ricordo benissimo la fatica, la nausea. Il dolore mi segava le gambe».

Le tappe della sua vita sono state scandite dalla costante del male
«Proprio così: sono andata all'università con i dolori, al lavoro coi dolori. Nel 2012 ho avuto il bimbo, nelle mie condizioni (mi hanno spiegato poi) è un miracolo che abbia avuto un figlio. Nel 2013 ho sentito parlare per la prima volta di endometriosi»

E' difficile gestire un figlio con la stanchezza cronica?
«Lui mi ha visto tante volte stare male, è un bambino molto vivace e richiede tante energie. Essere una mamma con adenomiosi e endometriosi, che lavora, non è facile. È doppiamente difficile se anche tuo figlio ha delle battaglie di salute pesanti da portare avanti. Lo slalom tra gli impegni di lavoro, di salute, le visite mediche, le riunioni di scuola, le riunioni coi servizi, la macchina infernale della burocrazia italiana e i diritti da far rispettare diventa una routine».

Quando le è stata diagnosticata ufficialmente la malattia?
«Nel 2017 ad aprile stavo talmente male che nel giro di un mese ho accumulato dieci accessi al Pronto Soccorso a Treviso, finchè mi hanno tenuto in osservazione e mi hanno ordinato la risonanza magnetica. Lì si è saputo della malattia. L'esito è stata una liberazione: anche gli altri hanno capito che non mi stavo inventando nulla. Perché questo è uno dei risvolti peggiori: le persone pensano che ti inventi tutto, che ci sia qualcosa che non va nella tua testa»

Poi cosa è avvenuto?
«La malattia mi è stata diagnosticata nel 2017. Nel gennaio 2018 ho avuto una menopausa farmacologica che non mi ha tolto dolori dandomi invece un sacco di dolori collaterali. A gennaio 2019 tentiamo l'ultima spiaggia e mi viene inserita la spirale progestrinica, ma i benefici sono durati un anno. A 37 anni, venticinque dal primo ciclo, ho deciso di affrontare definitivamente questo problema».

Un primo intervento e poi quello definitivo dello scorso giugno.
«Ho fatto pace col dolore fisico visto che non si poteva fare altrimenti, e con la stanchezza cronica. Ho fatto pace col fatto che non potrò avere altri figli. Sono fortunata ad averne uno. Va bene così».

Qual è l'appello che si sente di fare?
«Voglio rivolgermi agli uomini: se vostra moglie o la vostra compagna o figlia sta male durante il ciclo sappiate che potrebbe avere una di queste due malattie. Non ditele mai che sta esagerando perché l'endometriosi è classificata come una tra le dieci malattie più dolorose al mondo».

    
 

Ultimo aggiornamento: 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci