Sette in pagella, mamma furiosa: ​«Mia figlia meritava 8, faccio causa»

Giovedì 14 Giugno 2018 di Mauro Favaro
Sette in pagella, mamma furiosa: «Mia figlia meritava 8, faccio causa»
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MONTEBELLUNA - «Mia figlia ha avuto sette anziché otto. Mi rivolgerò a un avvocato e farò ricorso. Perché l'insegnante ce l'ha con lei». E' la frase che Rosita De Bortoli, preside del liceo Veronese di Montebelluna, si è sentita rivolgere dalla madre di una studentessa di 19 anni.

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Quasi non credeva alle proprie orecchie. Un avvertimento in piena regola. Della serie: ci vediamo in tribunale. A rivelarlo è la stessa dirigente scolastica attraverso la sua pagina Facebook. «Complimenti, signora. Faccia come crede è la risposta di De Bortoli e c'è andata bene, potevamo essere menati. Che tristezza».


 
LA DIRIGENTE SCOLASTICA
Quando entrano riferimenti ad avvocati e tribunali all'interno di una scuola, è una sconfitta un po' per tutti: professori, famiglie e genitori. Tanto più che nello specifico la disputa riguarda semplicemente la differenza tra un voto e un altro. Tra l'altro entrambi molto positivi. Un sette che secondo la mamma della ragazza avrebbe dovuto essere un otto. Nonostante questo, si guarda avanti. L'insegnante ha già parlato con la 19enne spiegandole il perché di quel sette, come mai non è diventato un otto. «La ragazza è tranquilla assicura la preside è pienamente consapevole del voto. E, almeno per noi, lei non è quel voto».

I PRECEDENTI
Quanto accaduto a Montebelluna racconta di un mondo della scuola sempre più sull'orlo di una crisi di nervi. I rapporti tra le famiglie e i docenti forse non sono mai stati così tesi come negli ultimi tempi. Per fortuna al Veronese non si è arrivati alle mani. Ma nei mesi scorsi non sono purtroppo mancati episodi simili. Eclatante è stato il caso di Giuseppe Falsone, il professore di matematica delle scuole medie di Paese che il giorno prima dell'inizio della vacanze di Natale è stato preso a spintoni e ceffoni dal padre e dal fratello di un alunno. Inizialmente l'istituto comprensivo aveva aperto un procedimento disciplinare a carico dello stesso insegnante. Poi è stato chiuso. Oggi restano due denunce incrociate: quella presentata dal professore contro il genitore e quella sporta da quest'ultimo contro il docente.

L'INSEGNANTE PICCHIATO
«All'interno della scuola c'è stato un ottimo insabbiamento.

Verso il ragazzo non è stato preso alcun tipo di provvedimento. Nessun intervento di carattere educativo spiega Falsone, che come al solito è molto franco e diretto il fatto è che il mio caso rappresenta solo la punta di un iceberg. L'alleanza tra scuola e famiglia è sempre più in difficoltà. E gli insegnanti perdono di autorevolezza, anche perché non esercitano i loro diritti. Spesso hanno paura di prendere una posizione ferma e netta. Nei giorni scorsi, ad esempio, mi ha scritto una collega che è stata aggredita da alcuni alunni. Davanti a quanto accaduto, gli altri professori si sono schierati con i ragazzi, per salvarli e per non far esplodere un caso. Così non si può andare avanti».

Ultimo aggiornamento: 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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