Virus. Ragazzi contagiati in Croazia: «Si andava a ballare senza mascherina»

Domenica 9 Agosto 2020 di Annalisa Fregonese
Virus. Ragazzi contagiati in Croazia: «Si andava a ballare senza mascherina» (Foto di StockSnap da Pixabay)
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TREVISO Una vacanza in Croazia per festeggiare la maturità. Ma quello che doveva essere un regalo per festeggiare la fine della scuola ha avuto come premio il contagio da Covid-19. Per diversi giorni un gruppo di studenti, otto in tutto, provenienti da alcuni comuni dell'area dell'Opitergino, se la sono spassata tra mare e discoteca. Al mattino e al pomeriggio andavano a prendere il sole in spiaggia, alla sera giravano per i locali e ballavano senza mascherina. Un'incoscienza, tipica dei vent'anni, che ha spianato la strada al coronavirus. Due i positivi ai tamponi. Lo scorso fine settimana il rientro a casa, e già lunedì a una ragazza è salita qualche linea di febbre. 

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IL RACCONTO
«Niente di che racconta la giovane la febbre non è mai arrivata a 37,5. Sempre due o tre linee. Avevo un po' di mal di gola e mi sentivo spossata. All'inizio non ci ho dato troppo peso: pensavo che non ci eravamo risparmiati nel divertirci, riposandoci proprio poco. E che quindi due linee di febbre ci potevano anche stare. O che magari un po' di brezza marina mi avesse raffreddato senza che me ne accorgessi. Poi però, considerato che arrivavo da un paese a rischio, è stato deciso di fare il test. Che è risultato positivo. Così sono entrata subito in isolamento fiduciario». La ragazza è andata a casa di parenti dove ha uno spazio tutto per sé. «Anche gli altri sette ragazzi sono stati sottoposti al tampone. È risultato positivo uno dei miei amici. Ora è in isolamento fiduciario. Non ha febbre, per lui il sintomo è stato che aveva perso l'olfatto. Per gli altri sei nessun problema, sono negativi. Ma fino al 14 agosto dobbiamo rimanere tutti in quarantena, dopo di che ripeteremo il test». 

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LE IPOTESI
Difficile capire dove la giovane possa aver contratto il virus. In spiaggia, ad esempio, non c'era l'obbligo di indossare la mascherina quando andavano a prendere qualcosa al bar. «Eravamo a Pag» spiega. Si tratta di una delle mete più gettonate per la movida, l'isola di rocce carsiche zeppa di locali dove passare le serate. «Sulle spiagge l'obbligo della mascherina era solo per i dipendenti e il personale al lavoro. Era obbligatoria invece nei supermercati e nei negozi al chiuso. Ogni sera andavamo a ballare prosegue - Nelle discoteche in Croazia provano la temperatura all'ingresso ma si entra senza alcuna protezione personale». Ed è difficile, se non impossibile, mantenere il distanziamento. Ma non sono mancate altre occasioni in cui il coronavirus potrebbe aver aggredito questi ragazzi. «Può essere che sia entrata in contatto con un positivo asintomatico riflette la giovane - A Pag ci siamo incontrati anche con dei ragazzi di Padova». Si tratta del gruppo nel quale sono state riscontrate diverse positività al rientro, e che ha portato all'isolamento di 24 persone.

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IL MESSAGGIO
Nel frattempo la giovane opitergina sta meglio, la febbre non si è più ripresentata. «Per mia fortuna - commenta - sono una ragazza sana».

E nelle lunghe giornate di quarantena non si è persa d'animo, pur dovendo lottare contro il virus e temendo che le sue condizioni di salute potessero aggravarsi. Vuole andare all'università e, dovendo superare lo scoglio del test d'ingresso, ha preso in mano i libri. «Ho molto tempo a disposizione e così sto studiando cercando di impiegare utilmente il mio tempo». E sta facendo tesoro di quest'esperienza, lanciando un messaggio ai suoi coetanei. «Dopo quanto mi è successo riflette dico ai ragazzi e alle ragazze della mia età di divertirsi ma di stare attenti e usare i giusti accorgimenti: basta veramente poco per prendere il virus. E soprattutto direi di fare molta attenzione alle persone più deboli e anziane: i nostri comportamenti sbagliati potrebbero metterle in serio pericolo». «Il virus non è sparito commenta il sindaco di Oderzo Maria Scardellato - ma la situazione è diversa rispetto a qualche mese fa. Quindi il doveroso appello alla prudenza va a braccetto con l'altrettanto doveroso stimolo a riprendere tutte le normali attività, con prudenza ma senza psicosi». 

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