Zanetti, "re del caffè": «Virtus contro Treviso? E' il mio derby, ma non ci sarò: soffrirei troppo»

Venerdì 8 Novembre 2019 di Mattia Zanardo
Zanetti, "re del caffè": «Virtus contro Treviso? E' il mio derby, ma non ci sarò: soffrirei troppo»
«Per me è come un derby». Massimo Zanetti, però, domenica non sarà a bordo campo a seguire Virtus Bologna-Treviso Basket. Perché impegni di lavoro inderogabili lo porteranno nei prossimi giorni all'estero. Ma soprattutto per ragioni di cuore: «Soffrirei troppo: se perde una starei male perché è il mio club, se non vince l'altra mi dispiacerebbe perché è la squadra della mia città. Meglio non vederla». Trevigiano doc, 71 anni, il re del caffè è dalla stagione 2016-17 azionista di maggioranza e principale sponsor delle Vu Nere con Segafredo, il marchio più noto del suo gruppo Massimo Zanetti Beverage Group.
Si aspettava questo avvio di stagione: Virtus capolista imbattuta dopo 7 giornate?
«Sapevamo di aver fatto una squadra forte, ma i risultati stanno andando oltre le aspettative. Il merito è dell'allenatore Sasha Djordjevic: sa motivare i giocatori e l'ambiente e, in partita, ha sempre tutto sotto controllo. Teodosic e Markovic sono fortissimi, ma ha fatto crescere tutta la squadra: Pajola, Baldi Rossi e gli altri italiani sono saliti di livello».
Come è riuscito ad ingaggiare Milos Teodosic?
«Non è stato poi tanto difficile. Una società storica e prestigiosa come la Virtus ha comunque un notevole appeal, ma ha contato, anche in questo caso, l'ottimo rapporto con Djordjevic. E quando ha saputo di Teodosic si è subito convinto anche Markovic: un giocatore importante attira anche gli altri».
Djordjevic, Markovic: hanno un comune passato a Treviso.
«Certo, la Benetton del mio amico Gilberto era fortissima. Questi serbi hanno un orgoglio e una grinta incredibili. Prenda la partita di Eurocup con Ulm: Markovic, francamente, fino a quel momento non aveva fatto molto. Poi nel finale ha messo le triple decisive, una quasi da metà campo. Incredibile».
Qui in tanti si chiedono perché il trevigiano Zanetti non abbia investito nel club di Treviso?
«Io sono trevigiano, è vero. Però tutti dimenticano una cosa: la Segrafredo ha le sue radici a Bologna. Inoltre uno dei nostri maggiori clienti sono le Coop, che già sostenevano la Virtus: da lì è nata questa operazione. Ciò non toglie che io amo Treviso e sono ben contento se la Treviso Basket vince. Non c'è dualismo, anzi per entrambe la rivalità è con la Fortitudo».
Treviso intanto è rinata.
«Bisogna fare i complimenti a Vazzoler e ai soci del Consorzio Universo. Sono un esempio per tutta Italia, hanno fatto un grandissimo lavoro, pensando da dove sono ripartiti pochi anni fa. E potranno fare ancora molto bene. Glielo auguro davvero».
Virtus-Tvb terrà anche a battesimo il nuovo palasport all'interno della Fiera di Bologna, primo passo per la costruzione del nuovo impianto definitivo.
«É un progetto importante, sollecitato anche dalla Federazione e dalla Lega. La Virtus sarà la prima in Italia a costruire una struttura del genere, in collaborazione con lo stesso Ente Fiera. Sarà un'arena modulare da 15-16mila posti, ma potrà ampliarsi fino a 40mila per ospitare concerti o eventi, con negozi e ristoranti, per poter essere sostenibile».
Il basket italiano ha un problema palazzetti?
«Noi puntiamo all'Eurolega e lì servono arene da minimo ottomila posti. Il PalaDozza o il Palaverde quando sono stati costruiti erano all'avanguardia, oggi sono troppo piccoli. Per non parlare della Reyer del mio amico Brugnaro, campione d'Italia, costretta a giocare in una tensostruttura. Ci auguriamo che altre società seguano il nostro esempio».
I gruppi del tifo organizzato di Treviso diserteranno la trasferta, sostenendo che i biglietti sono troppo cari.
«Purtroppo stavolta i trevigiani sbagliano. Da noi, i tifosi ospiti non li mandiamo, come succede altrove, in piccionaia. Li sistemiamo in gradinata, che costa 30 euro anche per i bolognesi, prezzo peraltro praticato pure da molte altre società, come Fortitudo o Brescia. Mi dispiace, vorrei venissero in tantissimi da Treviso. Abbiamo messo a disposizione 50 biglietti gratis, ma non potevamo fare lo sconto ai tifosi avversari e far pagare i nostri».
Oltre al basket, è patron anche di una squadra di ciclismo.
«Il ciclismo viene attaccato per il doping, ma è lo sport più controllato al mondo. Ed è così imprevedibile che non si possono fare scommesse».
A Treviso è ripartito un progetto di rilancio del calcio. Potrebbe essere interessato?
«Anche questa è una bella operazione, merita di aver successo. Però l'ho detto al sindaco: il problema del calcio a Treviso, anche ai tempi d'oro, è che non si è mai riusciti ad andare oltre quello zoccolo duro di pubblico. Il calcio oggi richiede spese folli, insostenibili e servono grandi bacini per i diritti televisivi».
Pronostico per domenica?
«Vinca il migliore».
 
Ultimo aggiornamento: 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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