Picchia la compagna fino a spappolarle la milza: 6 anni all'infermiere violento

Mercoledì 21 Luglio 2021 di Maria Elena Pattaro
Donna picchiata dal compagno

TREVISO - Le aveva spappolato la milza a furia di calci, al culmine dell'ennesimo pestaggio. Ieri, martedì 20 luglio, la ferocia inaudita con cui D. L., infermiere trevigiano di 44 anni, si accaniva sulla compagna è stata punita. Il collegio del tribunale di Treviso gli ha inflitto una condanna pesante: 6 anni e 6 mesi di carcere per maltrattamenti, lesioni personali gravissime e per non aver rispettato il divieto di avvicinamento alla vittima, prescritto dal giudice. Il 44enne dovrà pagare anche una provvisionale di 15 mila euro, mentre il risarcimento dei danni verrà stabilito in un distinto procedimento civile. E non è tutto: l'infermiere del Ca' Foncello dovrà affrontare anche un procedimento disciplinare avviato dall'Ulss 2.

SETTE MESI DA INCUBO
Il 44enne era a processo per aver preso a botte la sua partner, di origine straniera.

Nel 2019 la donna aveva vissuto un incubo durato sette mesi a causa dell'ubriachezza di lui, che quando beveva si trasformava in una belva. Tra febbraio e settembre la donna aveva subìto violenza verbale e fisica. Lui non solo l'aveva sbattuta fuori casa a suon di insulti, costringendola a cercare una soluzione abitativa di fortuna dato che la donna non aveva altri posti in cui stare. Ma le aveva anche rotto il cellulare con cui il 18 settembre del 2019 lei aveva finalmente chiesto aiuto alle forze dell'ordine.

MILZA FATTA A PEZZI
Il fatto più grave e decisivo era avvenuto nella stessa giornata. In preda ai fumi dell'alcol l' infermiere decide di infierire contro la compagna: la prende a calci in bagno e la spinge a terra, facendola sbattere contro la lavatrice. Lei urla, lo supplica di fermarsi. Ma lui non ci sente: la colpisce con una serie di calci tutti diretti allo stomaco. Una violenza brutale con cui l'uomo avrebbe provocato la rottura della milza della compagna. Lei finisce in ospedale con dolori lancinanti all'addome e l'organo le viene asportato. I referti medici parlano di oltre 40 giorni di prognosi.

LE MISURE VIOLATE
Quindici giorni dopo essere stato raggiunto dalla prima misura cautelare, il 44enne viene meno al divieto di avvicinarsi alla donna e di allontanamento dalla casa. Così finisce in cella per aver violato quanto disposto dal gip di Treviso.
Un anno dopo, la misura viene revocata e trasformata in obbligo di dimora nel comune di Penne, in provincia di Pescara, dove l'uomo risiede tutt'ora insieme alla madre. Adesso per lui arriva la dura condanna a 6 anni e 6 mesi di carcere inflitta dal collegio del tribunale di Treviso per le accuse pesantissime di maltrattamento, lesioni personali gravissime e violazione del divieto di avvicinamento stabilito dal giudice. Per la vittima si chiude finalmente un cerchio fatto di soprusi e violenza. Anche se per la donna sarà difficile lasciarsi alle spalle un'esperienza del genere.
 

Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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