La rabbia dei familiari: «Nostro padre è stato ammazzato: la gente ha paura di quell'uomo»

Sabato 25 Luglio 2020 di Giuliano Pavan
Gastone, Daniela, Luca, i tre figli di Giovanni Gagno
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VILLORBA - «Mio padre è stato ammazzato. Punto». Gastone Gagno, uno dei tre figli di Giovanni Gagno, vittima, trattiene le lacrime a differenza della sorella Daniela e del fratello Luca. E mette a freno anche la rabbia per un episodio che fatica a digerire. «È assurdo che una persona muoia nel vialetto di casa, in quel modo, senza motivo - continua Gastone - I miei genitori abitano qui da più di cinquant’anni, a Fontane li conoscono tutti. Non troverete nessuno che possa descriverli come delle brutte persone». Fino a tre anni fa Giovanni Gagno e la moglie, Settima Scattolin, avevano mandato avanti il negozio di famiglia, un’istituzione per il paese. Vendevano casalinghi e materiale elettrico proprio sotto la loro abitazione. Le vetrine danno su via Fontane, ed è capitato che i fornitori utilizzassero la piccola laterale sterrata, largo Primo Maggio, per scaricare i materiali. «Qualche mugugno di vicinato c’è stato - afferma Gastone - ma niente di che. I rapporti sono sempre stati cordiali con tutti». Non è un fatto secondario. Quella stradina, di fronte al supermercato Crai, porta a cinque abitazioni. C’è un piccolo spiazzo dopo il civico della famiglia Gagno, utilizzato per fare manovra uscendo dai garage. E alcuni residenti lasciano le proprie auto in sosta a ridosso della rete di destra. Lo spazio a volte si riduce, e giovedì mattina l’ira del 40enne si sarebbe scatenata proprio per la presenza di un furgone e dei tre operai che stavano cambiando il condizionatore in casa Gagno. 
LA TESTIMONIANZA
Non era la prima volta che la questione parcheggi faceva scaldare gli animi. «Ho sentito parlare di lite tra mio padre e quell’uomo, ma non c’è stata alcuna lite - continua Gastone - Mio padre non ha alzato le mani, non ha nemmeno detto nulla. È stato spinto con violenza e fatto cadere a terra. E da lì non si è più mosso. Fermo, in una pozza di sangue. Non capisco perché quell’uomo lo abbia fatto, ma qui intorno ha avuto problemi con tutti. Chiedete pure in giro. Qui la questione del vialetto, dei parcheggi, delle auto o dei rapporti di vicinato non c’entra nulla. È stata un’aggressione da parte di una persona che ha portato solo tensioni in questa zona».
I RACCONTI
La fedina penale del 40enne è immacolata. Non risultano denunce, nè pendenti nè passate. Ma suonando i campanelli dei vari vicini di casa spuntano però tanti racconti. Tutti diversi ma con un unico denominatore comune: «Non lo conoscevo bene, ma quell’uomo era un po’ così». Mezze parole, pronunciate per segnalare comportamenti sopra le righe ma evitando di incappare in grane. D’altra parte in quella laterale sterrata abitano gli ex suoceri del 40enne, e lui si vede poco. Va a trovare o a prendere il figlio dopo la separazione dalla compagna. Come accaduto giovedì mattina, prima di andare al lavoro. «La gente ha paura di lui» conclude Gastone. Una versione che per il momento appare credibile, anche perché in paese le voci su qualche episodio che ha visto il 40enne come protagonista ci sono. «Non so chi sia, ma so che ha avuto problemi con le due signore che abitano nella via accanto» racconta uno dei dipendenti dell’osteria Al Morer. Ma le signore negano: «Non sappiamo neanche come si chiama - affermano - Mai avuto niente a che fare con lui». 
 

Ultimo aggiornamento: 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA