TREVISO - Un colpo. Poi dei passi. E il fruscio della porta scorrevole che separa la zona giorno dalle scale che salgono alle camere. E’ a quel punto che Eraldo Di Silvestre, sottufficiale della guardia di finanza in pensione, si è alzato dal letto, ha afferrato un bastone e si è avviato verso le scale.
LA REAZIONE
«Ho capito che erano entrati in casa dei ladri e ho agito d’istinto per proteggere mia moglie che stava dormendo - racconta scosso - uno di loro era già sulle scale, aveva un passamontagna in testa e si faceva luce con una torcia.
LA RABBIA
Tanta la rabbia e il senso di impotenza per Di Silvestre che abita con la famiglia in una villetta in via Pastro, a Fontane. Un posto tranquillo. Anche troppo, viene da dire col senno di poi. «Adesso metterò allarmi, sistemi anti intrusioni e illuminazione anche nel retro, perchè il buio è complice dei malintenzionati». A Di Silvestre non è rimasto che denunciare il furto ai carabinieri ricostruendo quei minuti concitati e la paura per essersi trovato a tu per tu con i ladri. Ma quello a Fontane non è stato un colpo isolato.
I RAID
La settimana scorsa infatti sono stati denunciati altri furti avvenuti con i proprietari in casa. A Lancenigo marito e moglie hanno riferito alle forze dell’ordine di essere stati narcotizzati dai ladri che hanno poi messo a soqquadro l’intera abitazione. «Non contenti di quanto avevano rubato e sapendo di non venire scoperti, i ladri si sono anche fermati a mangiare nella cucina». I proprietari hanno infatti raccontato di aver trovato sul tavolo i resti di cibo che i malviventi avrebbero recuperato dal frigo. «Derubati e umiliati - commenta amaro Di Silvestre - oltre al danno per gli oggetti di valore che ti vengono portati via, bisogna fare i conti con la paura che ti resta dentro e con la consapevolezza che niente sarà più come prima. Noi non riusciamo più a chiudere occhio. Ci è rimasto l’incubo di una nuova intrusione, della violazione della propria intimità».