Palazzine al posto della storica villa di Van Den Borre

Domenica 26 Luglio 2020 di Paolo Calia
Palazzine al posto della storica villa di Van Den Borre
TREVISO La notizia circolava, nel quartiere, già da tempo. Ma in questi giorni sono comparsi i cartelli e le foto che illustrano un nuovo complesso residenziale immerso nel verde al posto di villa Van De Borre, uno dei luoghi più noti di via Del Mozzato e di Sant'Antonino. E anche il suo parco è destinato a subire degli stravolgimenti. Le comunicazioni esposte all'esterno del cantiere parlano chiaro. Si parla di demolizione e ricostruzione con ampliamento. Tutto perfettamente in regola perché previsto dal Piano Casa. Il progetto prevede la realizzazione di un complesso definito oasi nel verde: due costruzioni moderne, dalle linee nette ma eleganti e di non eccessiva altezza, inserito in un grande parco. 



AUTORIZZAZIONI
La villa, nonostante i dubbi di molti residenti, non ha nessun vincolo da parte della Soprintendenza e nemmeno gradi di protezione previsti dal Piano Regolatore e ora Piano degli Interventi. Può quindi anche essere demolita e ricostruita o la sua cubatura utilizzata per un progetto nuovo, come quello che sta per partire in questi giorni. Tecnicamente è inserita in una zona denominata nelle carte B/A, dove sono teoricamente consentiti solo interventi di manutenzione e ampliamenti di massimo il 20% della cubatura. Il Piano Casa però permette di derogare e di progettare anche oltre questi limiti. Risultano invece tutelate alcune alberature di pregio presenti nel parco. La comparsa del cantiere ha subito allarmato i residenti ma, come in altri casi analoghi, c'è poco da fare: il progetto è autorizzato e del tutto in regola. 

LE CRITICHE
Luigi Calesso (Coalizione Civica) evidenzia una realtà, a suo dire, preoccupante: «Villa Van Den Borre e il suo parco si aggiungono ai già numerosi casi in città in cui il Piano Casa ha consentito o consentirà di abbattere piccole abitazioni o villette per dare spazio a palazzetti o veri e propri condomini, con l'inevitabile corollario di consumo di suolo e di abbattimento di alberi e piante. Se uno dei problemi delle nostre città è il disordine urbanistico, la mancanza disegni organici dello sviluppo cittadino, con il Piano Casa si favorisce la cristallizzazione di questa situazione. Gli interventi di incremento dei volumi dei singoli edifici, al di fuori di un progetto organico di rigenerazione urbana, consolidano la preesistente condizione di dispersione dell'edificazione sul territorio, che sono i nostri problemi urbanistici». Altrettanto netto Stefano Pelloni, capogruppo del Pd in consiglio comunale: «Molti residenti mi hanno chiamato allarmati per questo nuovo cantiere - ammette - che secondo me è l'ennesimo lascito di una legge sbagliata e spero che i trevigiani se lo ricordino al momento del voto. Le regole sono queste e i comuni non possono farci nulla. Mi chiedo come i sindaci leghisti possano sostenere la battaglia per un'Autonomia che assomiglia sempre più a un centralismo regionale».



LA DIFESA
Riccardo Barbisan, capogruppo della Lega a palazzo dei Trecento e consigliere regionale uscente, però evidenzia: «Quello di via del Mozzato è uno degli ultimi strascichi del vecchio Piano Casa, legge che è stata utilissima per dare impulso all'edilizia per consentire di lavorare solo sul costruito, con le ristrutturazioni quindi, senza consumare altro terreno agricolo. Una legge che però aveva bisogno di una rinfrescata e che ha consentito, tanto per far un esempio, di derogare sulle altezze degli immobili, così come accordato dall'ex sindaco Manildo in Restera per il complesso di Ca' delle Alzaie. C'era bisogno di rivedere qualcosa, di aggiornare e questo abbiamo fatto. Nel nuovo Piano Casa interventi così di impatto non saranno più possibili».
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