TREVISO Giro di vite sulle baby gang: controlli mirati, ogni fine settimana, dove i gruppi di ragazzi si danno appuntamento. Ma anche un tavolo provinciale di coordinamento per individuare le radici del disagio giovanile che talvolta sfocia in episodi di violenza. Come è successo di recente a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Sono le decisioni emerse ieri mattina dal vertice sulla sicurezza che si è svolto in Prefettura a Treviso. I sindaci dei principali centri della Marca si sono confrontati col prefetto Angelo Sidoti su come affrontare il problema delle baby gang. I primi cittadini Mario Conte (Treviso), Fabio Chies (Conegliano), Adalberto Bordin (Montebelluna), Stefano Marcon (Castelfranco), Antonio Miatto (Vittorio Veneto), Maria Scardellato (Oderzo) hanno condiviso la loro preoccupazione per le modalità di aggregazione giovanile che si registrano nei propri comuni: maxi raduni, risse convocate sui social, zuffe filmate e pubblicate online. Nella casistica rientrano anche i furti e le rapine ai danni di coetanei e gli atti vandalici nelle zone di cui i gruppi di “bulli” si sentono padroni assoluti.
AGGREGAZIONE SOPRA LE RIGHE
«Quello a cui assistiamo è fenomeno di aggregazione di ragazzi che spesso si lasciano andare a litigi e comportamenti di inciviltà» - afferma il prefetto, facendo un distinguo rispetto al fenomeno delle baby gang in senso stretto. Sidoti spiega che non siamo di fronte a gruppi strutturati come bande criminali che delinquono sistematicamente. «Abbiamo avuto dei casi di violenza - ammette Sidoti - che sono stati immediatamente repressi dalle forze dell’ordine. Abbiamo previsto dei servizi di controllo ulteriori da parte delle forze dell’ordine, oltre a quelli che già ci sono. Verranno effettuati ripetutamente ogni fine settimana a Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto». Repressione sì ma anche prevenzione. «Non dobbiamo tralasciare l’aspetto a monte della problematica - afferma infatti il prefetto -. Ai nostri ragazzi dobbiamo offrire delle alternative di aggregazione diverse da strade e piazze». Un aspetto quest’ultimo, che più che riguarda il sociale, più che la sicurezza pubblica.
QUESTIONE SOCIALE
Motivo per cui le autorità si sono lasciate con il proposito di istituire un tavolo di coordinamento per contrastare il fenomeno della marginalità sociale. «L’idea, è di sfruttare in prima battuta il servizio per le dipendenze dell’Ulss - spiega Stefano Marcon, presidente della Provincia e sindaco di Castelfranco -. Il prossimo tavolo è convocato per il 7 marzo. Talvolta c’è un filo conduttore tra le violenze e dipendenze. Spesso ragazzi che vivono disagi in famiglia cadono anche nel consumo di alcol e droga». «L’obiettivo di noi sindaci non è quello di spostare il problema da un comune all’altro - gli fa eco il sindaco di Treviso Mario Conte - ma di risolverlo mettendo in campo una serie di progetti sociali e facendo rete tra i servizi sociali dei Comuni così da intervenire alla radice del problema, cioè nelle famiglie». «Abbiamo condiviso col prefetto queste nostre riflessioni e preoccupazioni - prosegue Conte -, consapevoli che stiamo già facendo un ottimo lavoro interforze. La richiesta (accolta, ndr) è quella di incrementare i servizi mirati». «Bisogna alzare il livello di attenzione e intervenire nel modo più efficace - aggiunge il sindaco di Conegliano Fabio Chies -. Da parte della Prefettura e delle forze dell’ordine c’è sempre stata una grande disponibilità. Adesso ci coordineremo ancora meglio». Chi indossa la fascia tricolore è pronto a fare la propria parte: «Agiremo attraverso i servizi sociali - conclude Conte - per andare in profondità, alle radici del disagio giovanile».